Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

Edizione Italiana di Back to Godhead (tradotta integralmente) Vol. 21, Numero 3
Back to Godhead, Fondata nel 1944 Vol. 43, Numero 3 Maggio/Giugno 2009


SOMMARIO
Lezione del Fondatore
5 Una Cultura Pericolosa
Commentando un testo vedico fondamentale, Srila Prabhupada evidenzia i rischi della cultura materialista.
7 Calendario
8 La Rivoluzione di Sri Parasurama
Un avatara con l’ascia libera il mondo dai regnanti malvagi.
12 La Saggezza Vedica Raggiunge le Scuole della Finlandia
Molti studenti in Finlandia apprendono la coscienza di Krsna come una parte regolare del loro programma.
24 Fare i Genitori come servizio a Dio Il Giusto ambiente familiare può favorire la crescita spirituale sia dei genitori sia dei figli.
29 I Dialoghi di Srila Prabhupada
Tutti devono essere impegnati.
31 Le Piante Extra
Come garantire la crescita della “vite della devozione”
Come sono diventata cosciente di Krsna
35 Mio Figlio mi Indica la Strada
Una madre preoccupata investiga sull’importante cambiamento di vita di suo figlio.
36 La Migliore Benedizione
È gratuito ed è il miglior regalo che si possa mai ricevere.
40 “Cosa c’è di sbagliato nel sesso?” (Una Risposta)
Perché le restrizioni sessuali rendono migliore la vita.
44 Tornare a Casa nella Libertà
Krsna ansiosamente aspetta la nostra liberazione dalla prigione del mondo materiale.


BACK TO GOD­HEAD

FONDATORE (sotto la direzione di Sua Divina Grazia Sri Srimad Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada) Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE: Ali Krsna dasi (Alida D’Ambrosio)
DIRETTORE: Nagaraja dasa
EDIZIONE ITALIANA
E AMMINISTRAZIONE: Nimai Pandita dasa
TRADUZIONI: Purandara Misra dasa e Sri Saci dasi, Gandharvika dasi
ABBONAMENTI: Visnupriya dasi

Per informazioni sugli abbonamenti contattare la Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna - strada Bonazza, 11 - 50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Tel. (055) 8076414 - Fax (055) 8076630 E-mail: nimaipandit@bbtitalia.191.it

NOMI SPIRITUALI: I membri dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito dal suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

VALORE DELLA RIVISTA: Valore a copia
Euro 3,00. Le donazioni per ricevere la rivista devono essere versate sul C.C.P. n. 42036004, intestato a:
“Confederazione Nazionale delle Associazioni per la Coscienza di Krishna”, strada Bonazza 11,
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI).
© Associazione Ritorno a Krishna - Tutti i diritti riservati - Ritorno a Krishna - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano N° 199 del 13/3/1989 - Vol. 21, N.3 Maggio/Giugno 2009
Stampa: La Zincografica, Firenze.
Sped. Abb. Post. Comma 20 C Legge 662/96 Filiale FI


BENVENUTI
IN “LA MIGLIORE BENEDIZIONE”, Mohini Radha Devi Dasi ricorda una persona santa che rifiutò una pietra filosofale magica che poteva produrre oro. Egli possedeva qualcosa di più prezioso: i santi nomi del Signore.
Perché i nomi del Signore sono così preziosi? Perché ogni cosa che è collegata a Dio, Krsna, è Dio stesso. Questo significa che ci troviamo in contatto con Krsna ogni volta che, per esempio, ascoltiamo, recitiamo o ricordiamo i Suoi santi nomi o narrazioni delle Sue attività. Rimanere in compagnia di Krsna nei numerosi modi disponibili è la chiave del progresso spirituale attraverso il bhakti-yoga, la cultura della devozione a Dio.
La nostra serie sugli avatara di Krsna fornisce un metodo semplice per focalizzare la nostra mente sulla trascendenza. Basta leggere “La Rivoluzione di Sri Parasurama” e ci si troverà immersi nel potere di trasformazione del suono spirituale.
I devoti di Krsna cercano di stare in costante contatto con Lui e portare altri in Sua compagnia. In “Fare i Genitori come Servizio a Dio”, possiamo trovare una intuizione su come aumentare la presenza di Krsna nelle nostre case ed in “La Saggezza Vedica Raggiunge le Scuole della Finlandia” Krsna-krpa Dasa descrive il successo di un piccolo gruppo di devoti nel portare Krsna nel mondo accademico—dove è certamente necessario, come Srila Prabhupada spiega in “Una Cultura Pericolosa.”
Hare Krsna.—Nagaraja Dasa, Direttore


I NOSTRI SCOPI

Aiutare la gente a discernere la realtà dall’illusione, lo spirito dalla materia, l’eterno dal temporaneo.
Evidenziare i difetti del materialismo.
Offrire guida nelle tecniche vediche della vita spirituale.
Preservare e diffondere la cultura vedica.
Celebrare il canto dei santi nomi del Signore come insegnato da Sri Caitanya Maha­prabhu.
Aiutare ogni essere vivente a ricordare e servire Sri Krsna, Dio, la Persona Suprema.



LEZIONE DEL FONDATORE
Los Angeles — 13 Maggio 1970

UNA CULTURA PERICOLOSA

Un testo vedico fondamentale ammonisce sul pericolo
di coltivare la conoscenza materiale senza quella spirituale.
di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore-Acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna



andham tamah pravisanti
ye ’vidyam upasate
tato bhuya iva te tamo
ya u vidyayam ratah

“Coloro che coltivano le attività della nescienza sprofonderanno nelle più oscure tenebre dell’ignoranza, ma ancora peggiore sarà il destino di coloro che sono impegnati a coltivare la falsa conoscenza.”
(Sri Isopanisad, Mantra 9)

CI SONO DUE TIPI di cultura: una materiale e l’altra spirituale, cioè brahma-vidya e jada-vidya. Jada-vidya è la cultura materiale. Jada significa “ciò che non può muoversi”, cioè la materia. Brahma-vidya è la cultura spirituale.
Lo spirito può muoversi. Il nostro corpo è una combinazione di spirito e materia. Finché c’è lo spirito il corpo si muove, come si muovono la giacca e i pantaloni di un uomo finché l’uomo li indossa. Sembra che i vestiti si muovano, ma in realtà il loro movimento è apparente e dovuto solo al movimento dell’uomo. Nello stesso modo il corpo si muove perché è l’anima spirituale che si muove.
Una macchina si muove quando l’autista si muove. Gli sciocchi pensano che la macchina si muova da sé, ma nonostante tutti gli accorgimenti meccanici non può muoversi da sola.
Le persone pensano che la natura materiale operi in modo indipendente muovendo e manifestando molte cose meravigliose. Sulla riva del mare vediamo che le onde si muovono, ma il loro movimento non è indipendente; è l’aria che le fa muovere. A sua volta l’aria non si muove da sola. Se in questo modo si va indietro, indietro, indietro fino alla causa ultima, si troverà che Krsna è la causa di tutte le cause. Questa è filosofia – scoprire la causa ultima.
Qui viene detto: andham tamah pravisanti ye avidyam upasate. Avidya si riferisce alle persone che sono attratte dai movimenti esterni. Questo non le aiuterà. Ci sono grandi, importanti istituti per la tecnologia, dove gli studenti imparano come far muovere un’automobile, come far muovere un aeroplano. E le persone costruiscono molte macchine. Non c’è però nessuna istituzione culturale che insegni come l’autore del movimento, l’anima spirituale, si muova. Questa mancanza di comprensione si chiama avidya, ignoranza. Il vero autore del movimento non viene studiato, mentre vengono studiati i movimenti esterni.
Quando detti una lezione al Massachusetts Institute of Technology, feci questa domanda: “Dov’è la tecnologia che studia l’autore del movimento?”
Essi però non hanno niente a questo livello. Non sono riusciti a rispondere in modo soddisfacente. Questa è avidya.
Nella Isopanisad viene detto: andham tamah pravisanti. Coloro che sono impegnati a sviluppare soltanto una cultura materiale cadranno nelle più oscure regioni dell’esistenza, andham tamah. È un fatto molto pericoloso che al giorno d’oggi in nessuno Stato del mondo non ci sia un’organizzazione per l’educazione spirituale. La civiltà moderna spinge la società umana verso le più tenebrose regioni dell’esistenza.
Questo è ciò che accade. Nel vostro Paese, nel vostro ricco Paese c’è un buon sistema educativo e molte università, ma che tipo di uomini state creando? Gli studenti diventano hippy. Perché?
I responsabili dovrebbero pensare: “Nonostante tutte queste istituzioni culturali, che cosa stiamo producendo?”
Adorare avidya non è conoscenza. Bhaktivinoda Thakura ha composto una bella canzone: jada-vidya yato, mayara vaibhava, tomara bhajane badha. Jada-vidya significa cultura materiale. Egli dice che essa è un’espansione di maya, l’energia illusoria. Quanto più sviluppiamo una cultura materiale tanto più sarà difficile per noi comprendere Dio e alla fine affermeremo: “Dio è morto. Io sono Dio. Tu sei Dio.” Tutte sciocchezze.
Qui si fa riferimento a questo percorso: andham tamah. Andham significa oscurità. Ci sono due tipi di oscurità: la mancanza di luce e l’ignoranza.
Certamente i materialisti vengono gettati nell’oscurità, ma c’è un’altra categoria costituita da falsi filosofi, speculatori mentali, religiosi fanatici e yogi. Essi sprofonderanno ancora di più nell’oscurità perché sfidano Krsna. Costoro si atteggiano a cultori della vita spirituale, ma poiché non hanno alcuna conoscenza di Krsna, di Dio, il loro sviluppo culturale è più pericoloso: essi ingannano le persone.
Coloro che predicano il cosiddetto yoga moderno ingannano le persone: “Con la meditazione comprenderete che voi siete Dio.”
Attraverso la meditazione si diventa Dio. [Risatine] Vero?
Krsna non meditò mai. Non ebbe mai l’occasione di meditare perché fin dall’inizio della Sua apparizione Kamsa era pronto ad ucciderLo. Allora Suo padre Lo trasferì nella casa di Nanda e Yasoda a Vrndavana. Anche qui, mentre bambino di tre mesi dormiva, fu attaccato dal demone Putana.
Krsna non ha mai meditato per diventare Dio. Egli è Dio fin dall’inizio. Questo è Dio. Dio è Dio e un cane è un cane. Questa è la legge dell’identità.
Queste idee sono tutte sciocchezze: “Diventa calmo, diventa silenzioso e diventa Dio.”
Come posso diventare silenzioso? C’è la possibilità di diventare silenziosi? No, questa possibilità non c’è.
“Diventa privo di desideri.”
Come posso diventare privo di desideri? Questi sono tutti inganni. Non possiamo essere privi di desideri, non possiamo stare in silenzio, ma sono i nostri desideri e le nostre attività che devono essere purificati. Questa è la vera conoscenza. Dobbiamo desiderare unicamente di servire Krsna. Questa è la purificazione del desiderio. Non esiste la mancanza del desiderio. Questo è impossibile. Come posso essere privo di desideri? Come posso stare in silenzio? Non è possibile.
Le nostre attività dovrebbero essere impegnate e intimamente connesse nel servizio a Krsna. Questa è la vera conoscenza. Come essere vivente ho tutte queste cose – attività, desideri, tendenza ad amare. C’è tutto, ma queste cose vengono usate male. Non sappiamo come usare tutte queste cose. Questa è avidya, ignoranza.
La Isopanisad c’insegna ad essere molto attenti. Non diciamo che non dovreste sviluppare la conoscenza materiale. Potete farlo, ma allo stesso tempo diventate coscienti di Krsna. Questa è la nostra proposta. Non vi diciamo di non costruire automobili e macchinari. Vi diciamo invece: “Sta bene, avete costruito questa macchina. Usatela al servizio di Krsna.” Questa è la nostra proposta. Non vi diciamo di smettere. Non vi diciamo che non potete avere in alcun modo un’attività sessuale, ma vi diciamo: “Sì, praticate il sesso – per Krsna. Potete fare sesso centinaia di volte per generare bambini coscienti di Krsna e non per dare vita a cani e gatti.” Questa è la nostra proposta.
La cultura è necessaria, ma se è diretta male è molto, molto pericolosa. Questa è la spiegazione del verso. La falsa cultura non ha alcun valore.
Vi ringrazio moltissimo.


CALENDARIO


Questo calendario è calcolato per la zona di Firenze. Le date, che derivano dal calendario lunare, possono variare per altre zone. Per ottenere le date esatte per la vostra area collegatevi al sito www.krishna.com/calendar.
Poiché il Movimento Hare Krsna si basa sulla linea di maestri che discende da Sri Caitanya Mahaprabhu, il calendario include non solo date rilevanti per tutti i seguaci della tradizione Vedica, ma anche date riferite ai compagni del Signore e a preminenti maestri
spirituali della Sua successione.


10 Aprile –9 Maggio
(Mese di Madhusudana)

MAGGIO

3—Anniversario dell’apparizione di Srimati Sita Devi, consorte di Sri Ramacandra. Anniversario dell’apparizione di Jahnava Devi, consorte di Sri Nityananda Prabhu. Anniversario della scomparsa di Srila Madhu Pandita, un grande devoto di Sri Caitanya.
5—Mohini Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 6,00 - 10,48)

6—Rukmini Dvadasi, l’anniversario dell’apparizione di Srimati
Rukmini Devi, la consorte di Sri Krsna come Dvarakadhisa, il Signore di Dvaraka.


6—Anniversario della scomparsa di Srila Jayananda Prabhu, un dedicato discepolo di Srila Prabhupada che lo aiutò a portare il festival del Rathayatra nel mondo occidentale.
7—Nrsimha Caturdasi, anniversario dell’apparizione di Sri Nrsimhadeva, l’incarnazione di Krsna mezzo-uomo e mezzo-leone. Digiuno fino al crepuscolo, seguito da una festa di prasada.
8—Anniversario dell’apparizione di Srila Srinivasa Acarya, un seguace dei sei Gosvami. Anniversario dell’apparizione di Srila Madhavendra Puri, il maestro spirituale del maestro spirituale di Sri Caitanya
(Isvara Puri).
10 Maggio –7 Giugno
(Mese di Trivikrama)

14—Anniversario della scomparsa di Srila Ramananda Raya, un intimo compagno di Sri Caitanya.

20—Apara Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 5,43 - 10,42)
21—Anniversario dell’apparizione di Srila Vrndavana Dasa Thakura, l’autore della Sri Caitanya-
Bhagavata, una biografia di Sri Caitanya.
GIUGNO
2—Anniversario della scomparsa di Srila Baladeva Vidyabhusana,
un preminente maestro spirituale della Gaudiya Vaisnava sampradaya (successione di maestri), ed autore del Govinda-bhasya, un importante commentario al Vedanta-sutra. Anniversario dell’apparizione di Srimati Gangamata Gosvamini, un preminente maestro spirituale donna della Gaudiya Vaisnava sampradaya.
3—Pandava Nirjala Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 5,34 - 10,40)
8 Giugno –7 Luglio
(Mese di Vamana)
8—Anniversario della scomparsa di Syamananda Pandita, uno dei principali seguaci dei Gosvami di Vrndavana.
18—Anniversario della scomparsa di Sri Srivasa Pandita, uno dei principali compagni di Sri Caitanya.
19—Yogini Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 5,32 - 7,32)
22—Anniversario della scomparsa di Srila Gadadhara Pandita, uno dei principali compagni di Sri
Caitanya. Anniversario della scomparsa di Srila Bhaktivinoda Thakura. Digiuno fino a mezzogiorno, quindi festa di prasada.
23—Gundica-marjana: festival della pulizia del tempio di Gundicha a Jagannatha Puri, in India.
24— Ratha-yatra di Jagannatha a Jagannatha Puri. Anniversario della scomparsa di Srila Svarupa
Damodara e Srila Sivananda Sena, intimi compagni di Sri Caitanya.
LUGLIO
2—Sayana Ekadasi
Digiuno di cereali e legumi.
(Rompere il digiuno 9,22 - 10,45)
7—Anniversario della scomparsa di Srila Sanatana Gosvami, uno dei sei Gosvami di Vrndavana. Inizia il primo mese di Caturmasya.
(digiuno di verdure a foglie verdi)


INCARNAZIONI DI KRSNA


LA RIVOLUZIONE
DI SRI PARASURAMA

In un’era precedente, un’incarnazione potenziata di Dio usò misure estreme per affrontare una situazione estrema.
di Aja Govinda Dasa

DISPUTE SETTARIE e politiche non sono comuni solo oggi, ma avvenivano anche ai tempi di Sri Parasurama, un’incarnazione potenziata del Signore Supremo che apparve alcune ere prima di Sri Ramacandra, milioni di anni fa. I re di allora, orgogliosi della loro forza e in lotta per il potere assoluto, si ribellarono contro i saggi di elevata spiritualità che generalmente guidavano i governi. Poiché questi re avevano offeso i devoti di Sri Krsna e si erano allontanati dal sentiero della virtù e della cura dei cittadini, dovevano essere puniti. Questa fu la missione compiuta da Sri Parasurama. Sebbene nato in una famiglia di brahmana eruditi, Egli sviluppò un forte interesse per il tiro con l’arco perché sapeva che avrebbe combattuto contro gli ignobili guerrieri che si opponevano all’autorità delle persone sante.
Perché Sri Parasurama fu spinto ad uccidere i re?

Una volta un re, stanco di cacciare nella foresta, si recò all’eremo del padre di Parasurama. Nonostante l’ostilità dei re verso i brahmana, il saggio lo accolse cordialmente e dette da mangiare a lui e ai suoi servitori. Il re fu meravigliato di questa accoglienza degna dei pianeti celesti, che fu resa possibile, come egli scoprì, dal fatto che il saggio possedeva una mucca capace di esaudire i desideri (kamadhenu) perché poteva produrre qualsiasi cosa. Il re, preso dall’invidia, ordinò al saggio di consegnargli la mucca, ma egli, sapendo che il re l’avrebbe sfruttata, non acconsentì. Allora i soldati del re la catturarono e la trascinarono via.
Per punire il re e recuperare la mucca, Parasurama attaccò il palazzo reale. Veloce come il pensiero, dicono le Scritture, Sri Parasurama Si fece strada attraverso l’immenso esercito. Il re puntò molte frecce contro Parasurama, ma prima che potesse scagliarle, Parasurama le riduceva a pezzi. Furibondo, il re lanciò contro di Lui alberi e massi sradicati, ma Parasurama con grande destrezza gli tagliò le braccia e lo decapitò. I codardi figli del re fuggirono. Come un leone abbatte un elefante, Parasurama sconfisse il re e riportò la mucca al padre.
Questo massacro non piacque al padre di Parasurama, perché era favorevole al perdono. Parasurama invece aveva scelto di combattere per fare giustizia.
Quale di questi due comportamenti deve essere seguito dalle persone coscienti di Krsna – tollerare come il Signore Gesù Cristo o combattere come Arjuna? Secondo i principi vedici, quando un devoto viene insultato personalmente non reagisce, ma se qualcuno offende Dio, le Scritture, i saggi, le donne, le mucche o le persone vecchie e deboli, allora il devoto deve difenderli e sottomettere l’offensore come atto di giustizia.
Per proteggere la mucca Parasurama non aveva commesso alcun errore combattendo i malvagi guerrieri. Tuttavia, poiché aveva ucciso un re – il rappresentante di Dio e il protettore dei cittadini – Suo padre Gli ordinò di espiare visitando i luoghi santi, che sono la dimora di persone sante e pure e luoghi dei divertimenti del Signore. Per dare l’esempio di un comportamento appropriato, Parasurama eseguì l’ordine di Suo padre. Da questa storia impariamo che la violenza deve essere evitata per quanto è possibile, ma che a volte è necessaria per sostenere la giustizia.

La Vendetta per la Morte del Re

Approfittando dell’assenza di Parasurama, il principe crudelmente ignorò le preghiere disperate della moglie del saggio e vendicò la morte di suo padre decapitando il padre di Parasurama. Come può un grande saggio, padre di un’incarnazione di Dio, essere assassinato? Si trattava di una reazione karmica ad un’offesa che il saggio aveva commesso. Una volta, la madre di Parasurama si recò al fiume a prendere dell’acqua. Raggiunto il fiume, ella fu attratta da un bel principe che giocava nell’acqua con delle fanciulle e desiderò la sua compagnia. Stordita, perse il senso del tempo e dimenticò che suo marito stava aspettando il suo ritorno per compiere il sacrificio del fuoco. Quando alla fine arrivò, il marito s’infuriò nell’apprendere i suoi pensieri adulterini e ordinò ai figli di uccidere la madre.
I figli non erano sicuri sul da farsi. Nella cultura vedica l’uccisione di una donna (che dire della propria madre) è un peccato orribile. D’altra parte disubbidire all’ordine di un anziano (in particolare del padre) costituisce anch’esso una grande offesa. Quando i figli maggiori rifiutarono di obbedire al suo ordine, il saggio ordinò al figlio minore, Parasurama, di uccidere la madre infedele e i fratelli disobbedienti.
Parasurama, sapendo che il Suo potente padre poteva riportare in vita Sua madre e i Suoi fratelli, eseguì l’ordine del padre uccidendo Sua madre e i Suoi fratelli – senza nessuna motivazione personale, ma solo per obbedire all’ordine del padre.
Compiaciuto dall’obbedienza di Parasurama, il saggio Gli offrì di soddisfare qualsiasi Suo desiderio. Parasurama chiese al padre di riportare in vita Sua madre e i fratelli e di liberarli da ogni ricordo di questo trauma. Rendendosi conto che la propria collera era stata ingiustificata, il saggio riportò in vita la moglie e i figli decapitati, che si rialzarono come se si fossero appena svegliati da un sonno profondo.
Come reazione karmica all’ordine del saggio di uccidere moglie e figli, il principe lo uccise.
I divertimenti del Signore, dei Suoi devoti e delle Sue incarnazioni sono avvenimenti trascendentali che non possiamo imitare. Tuttavia, la storia della famiglia di Parasurama c’insegna a guardarci dalla lussuria e dalla collera, che possono rovinare la vita anche di grandi anime come i genitori di Parasurama.

La Decisione di Parasurama

Sentendo Sua madre che lo chiamava ad alta voce quando il principe assalì Suo padre, Parasurama tornò correndo all’eremo, ma prima che arrivasse il principe era fuggito con la testa del saggio. Lasciando il corpo del padre ai Suoi fratelli addolorati, Sri Parasurama decise di porre fine al regno dei re empi.
Cominciò la Sua missione nella capitale del re, dove tagliò le teste e ridusse in pezzi i corpi di tutti i Suoi avversari e dei loro eserciti in un fiume di sangue. A questa vista, alcuni re terrorizzati abbandonarono il subcontinente indiano. Il bagno di sangue formò immensi laghi a Kurukshetra, la località dove avrebbe avuto luogo la battaglia descritta nel Mahabharata. Il poeta Vaisnava del dodicesimo secolo, Jayadeva, scrive: “O Kesava! Signore dell’universo! O Sri Hari, che hai assunto la forma di Bhrgupati [Parasurama]! Tutte le glorie a Te! A Kurukshetra Tu bagni la Terra con fiumi formati dal sangue dei corpi degli ksatriya [guerrieri] demoniaci che hai ucciso. I peccati del mondo vengono lavati via da Te e grazie a Te le persone ottengono sollievo dal fuoco ardente dell’esistenza materiale.”
Compiuta la Sua missione, Sri Parasurama pregò Sri Krsna di elevare Suo padre al mondo spirituale e Si ritirò sulle montagne a compiere austerità.

La Violenza Necessaria

Perché Sri Parasurama uccise così tante persone? Non è meglio portare la pace piuttosto che fare la guerra? Questo massacro ha certamente lasciato molte famiglie senza protezione, figli orfani, città devastate e comunità sconvolte. Come Arjuna chiede nel primo capitolo della Bhagavad-gita: come può venire qualcosa di buono dalla guerra?
Lo sterminio dei guerrieri ad opera di Parasurama sembra distruggere la pace e l’armonia. La Sua guerra fu però, una legittima rivoluzione contro l’ingiustizia. Era necessario ristabilire la vera pace che capi aggressivi avevano infranto. Per mantenere la promessa di proteggere i Suoi devoti Sri Krsna nella forma di Parasurama annientò i capi corrotti che tormentavano le persone sante. I devoti del Signore sono portatori di pace e prosperità perché servono sempre il supremamente propizio Sri Krsna, marito della dea della fortuna. Poiché i capi di governo non seguivano i principi religiosi e torturavano cittadini innocenti, si doveva ad ogni costo porre fine al loro regno malvagio.
Parasurama avrebbe potuto evitare la guerra con una protesta non violenta? Ecco che cosa scrive Prabhupada su un argomento simile a questo: “Sri Krsna e Arjuna, l’eterno amico del Signore, non avevano bisogno di combattere nella battaglia di Kurukshetra, ma combatterono ugualmente per insegnare alla gente che la violenza è necessaria nei casi in cui i buoni argomenti non abbiano effetto. Prima della battaglia di Kurukshetra si tentò di tutto per evitare la guerra, anche con l’intervento della Persona Suprema, ma il campo avverso era determinato a combattere. Talvolta è necessario combattere se la causa è giusta.” (Bhagavad-gita 3.20, Spiegazione) Ai tempi di Sri Parasurama, non c’era posto per la non violenza, perché i guerrieri non erano disposti ad ascoltare alcun consiglio e perseveravano nelle loro aggressioni senza alcun controllo.
Forse se i saggi avessero tollerato in silenzio le torture, negli aggressori si sarebbe manifestata la misericordia ed avrebbero cessato di compiere atrocità, ma a causa della loro invidia questi capi violenti avevano tormentato senza posa i saggi per generazioni. I saggi avevano perdonato le malefatte dei re finché la situazione non sfuggì loro di mano.
Quando Dio o una delle Sue incarnazioni uccide i Suoi avversari in battaglia, essi vengono liberati dall’esistenza materiale. Questa è la differenza tra Sri Krsna e noi. Inoltre, se noi uccidiamo qualcuno commettiamo peccato, ma se è Sri Krsna ad uccidere, Egli rimane sempre puro. Non agisce mai per motivi egoistici. Nella Bhagavad-gita (4.14) Egli afferma: “Non c’è azione che Mi contamini né Io aspiro ai frutti dell’azione.” Il Signore è trascendentale e coloro che comprendono la Sua natura pura non rimangono coinvolti nelle attività del mondo materiale, come i fiori di loto in uno stagno non vengono macchiati neppure da una goccia di acqua fangosa.
Ogni azione di Sri Krsna è assoluta. Sia che uccida o protegga lo fa soltanto per misericordia. Colui che è devoto va dal Signore per offrirGli fiori o adorarLo e colui che è irriverente Lo attacca con le armi. Il Signore ricambia in base alla loro motivazione. Egli reciproca dando la morte a coloro che si sono professati Suoi nemici e l’amore ai Suoi devoti. Quando Krsna uccide è mosso dalla misericordia e libera i Suoi avversari. Sia i devoti sia i miscredenti sono anime spirituali, parti eterne di Sri Krsna. Quando il Signore uccide i Suoi avversari il Suo tocco li purifica ed essi si fondono nella Sua esistenza.
Sia ai tempi di Parasurama sia oggi, ogni volta che i malvagi e i disonesti corrompono la società, il Signore Supremo S’incarna o invia un rappresentante potenziato per reprimere gli offensori, proteggere i virtuosi e fissare i veri principi del dharma. Come Sri Parasurama era un esperto arciere potenziato da Sri Krsna per sconfiggere tutti i capi ribelli, ai giorni nostri Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada è il rappresentante potenziato dal Signore per sconfiggere tutte le filosofie atee. Come Sri Parasurama è presente oggi a compiere austerità in cima alle montagne sacre, così oggi Prabhupada vive con noi nella forma dei suoi insegnamenti divini.

Aja Govinda Dasa, discepolo di Sua Santità Hanumatpresaka Swami, studia per laurearsi in cibernetica ad Oxford con una borsa di studio Clarendon.




Il Guerriero Potenziato

LE INCARNAZIONI DEL Signore Supremo si manifestano in sei categorie: (1) i purusa-avatara sono le sorgenti originali onnipresenti e i sostenitori del cosmo (Maha-Visnu, Garbhodakasayi Visnu e Ksirodakasayi Visnu), (2) i lila-avatara sono le forme dei Suoi divertimenti (Matsya, Kurma, Varaha ed altre) (3) i guna-avatara controllano le qualità materiali (Brahma, Visnu e Siva), (4) i manvantara-avatara sono incarnazioni programmate che appaiono durante il regno di ogni Manu, (5) gli yuga-avatara sono apparizioni programmate del Signore che insegnano il dharma di ogni yuga o era e (6) gli saktyavesa-avatara sono incarnazioni potenziate.
Parasurama è considerato sia un lila-avatara sia uno saktyavesa-avatara specificamente potenziato per eliminare i malvagi (dusta-damana-sakti).
Gli saktyavesa-avatara sono incarnazioni dirette o indirette di Dio. Quando il Signore Stesso discende per manifestare una potenza particolare, viene chiamato saksat o un diretto saktyavesa-avatara. Quando invece potenzia gli esseri viventi (jiva) per agire per Suo conto con particolari poteri o opulenze, queste incarnazioni vengono dette indirette o avesa. Parasurama è un’incarnazione indiretta.
Nella Bhagavad-gita (10-31), descrivendo la Sua opulenza multiforme, Sri Krsna dice: “Tra coloro che portano le armi Io sono Rama.” Il commentatore Vaisnava Srila Baladeva Vidyabhusana dice che il Rama qui citato non è Sri Ramacandra, l’incarnazione diretta e l’eroe del Ramayana. Questo Rama invece è Parasurama, il guerriero potenziato che manifesta la potenza del Signore che porta le armi.


La Saggezza Vedica Raggiunge le Scuole della Finlandia

Da venticinque anni alcuni devoti del piccolo centro Hare Krsna di Helsinki presentano gli insegnamenti di Krsna agli studenti
di tutta la Finlandia.
di Krsna-krpa Dasa
foto di Susanna Salama e Krsna-krpa Dasa


DOPO UN CORDIALE colloquio con l’insegnante di un corso di filosofia all’Università di Tampere, Tattvavada Dasa, vestito con dhoti e kurta di seta arancione, attrae l’attenzione degli studenti e inizia la sua lezione sull’epistemologia vedica, il metodo per acquisire la conoscenza. Sullo schermo vengono proiettati i termini pratyaksa (percezione sensoriale), anumana (ipotesi) e sabda (suono vedico). Con riferimento alle autorità della linea che discende da Sri Caitanya, la più recente incarnazione di Krsna, Tattvavada parla dei limiti derivanti dall’imperfezione umana, della percezione sensoriale e dell’ipotesi. Egli spiega che sia gli scienziati sia i Vedantisti basano le loro ricerche sulla percezione sensoriale e classificano i principi che stanno dietro ogni cosa, ma lavorano in direzioni opposte. La scienza parte dalla percezione sensoriale per arrivare alle ipotesi, mentre i Vedantisti derivano le loro ipotesi dai principi eterni come sono presentati nei Veda. Gli scienziati cercano di trovare i principi fondamentali alla base dell’esistenza attraverso la ricerca ed hanno ottenuto qualche conoscenza sulla gravità, sul tempo e via dicendo (ma non su altri aspetti più importanti della realtà, come la coscienza). Anche i Vedantisti usano la percezione sensoriale, ma solo per mostrare che nel mondo temporaneo esistono i principi eterni. Se non si ricorre alle ipotesi più elevate che provengono dai Veda (sabda), non è possibile comprendere chiaramente molto di ciò che accade nel mondo materiale.
I materialisti hanno conoscenza, ma non è collegata a sabda, la sorgente vedica, prosegue Tattvavada. Vera conoscenza significa capire come ogni aspetto dell’esistenza umana sia connesso al Supremo. Il termine università in origine proviene dal verbo “unificare” e significa comprendere le connessioni che uniscono. Inoltre, nella concezione vedica, la semplice conoscenza non è sufficiente; si deve agire sulla base di questa conoscenza per realizzarla.
Tattvavada poi parla di fisica e di metafisica, usando i termini vedici sanatana-dharma (che riguarda il livello metafisico) e varnasrama-dharma (che riguarda il livello fisico). Per sostenere le sue affermazioni usa presentazioni Powerpoint, diapositive e disegni. Alla fine gli studenti pongono domande, in particolare sui temi etici.

Il Mio Viaggio in Finlandia

Ero felice di vedere finalmente Tattvavada in azione. Egli è segretario regionale ISKCON per la Finlandia e presidente del tempio di Helsinki. L’avevo incontrato un inverno mentre a Mayapur, nel Bengala occidentale, visitavo il santo luogo di nascita di Sri Caitanya Mahaprabhu. Quando mi disse che condivideva la conoscenza di Krsna con la comunità accademica finlandese, desiderai di vederlo operare direttamente.
L’opportunità mi si presentò nella prima settimana del 2008 all’inizio dell’anno scolastico. Tattvavada m’invitò a rimanere il sette settembre per Radhastami e ad essere l’oratore ospite del tempio.
I devoti finlandesi si dedicano a dare lezioni nelle scuole superiori e nei college, a svolgere programmi per i visitatori del tempio, a distribuire il prasadam e i libri della saggezza vedica. Essi danno lezioni vestiti da Hare Krishna e sviluppano amicizia con gli insegnanti. Per la maggior parte degli studenti le idee presentate nelle lezioni sono nuove, ma segnano un inizio d’interesse per la conoscenza vedica, in particolare per la coscienza di Krishna. Avadhutacandra Dasa, responsabile del gruppo che distribuisce i libri Hare Krishna in Finlandia, mi raccontò che recentemente aveva incontrato un professionista vestito elegantemente che alcuni anni prima aveva sentito un devoto parlare alla sua classe di liceo. Quest’uomo era desideroso di parlare con Avadhutacandra e acquistò una copia della Scienza della realizzazione del Sé di Prabhupada. Distribuendo libri Avadhutacandra ha incontrato molte persone che grazie alle presentazioni tenute nelle scuole hanno sviluppato interesse per la saggezza vedica.
Le lezioni svolte nei corsi di religione, di filosofia e psicologia in Finlandia sono un luogo d’incontro per condividere la conoscenza vedica. Un’altra occasione è costituita da corsi completi sulla coscienza di Krsna. Nel 2002, Tattvavada Dasa, prima capitano dell’esercito, fu invitato a collaborare con il Parlamento finlandese per formulare le nuove leggi sulla religione. L’art. 27 delle Nazioni Unite afferma che ogni bambino ha diritto di essere istruito nella sua religione.
Questo non è in vigore nella maggior parte dei Paesi, ma in Finlandia, a seguito di un dibattito, il Parlamento ha deciso che se in una città ci sono perlomeno tre bambini di una qualsiasi religione, i genitori possono chiedere alle scuole del posto d’insegnare questa religione. Il risultato è che tutte le religioni ufficialmente registrate, compresa quella di Krsna, hanno acquisito il diritto di essere insegnate ai bambini nelle scuole.
“Questo è un buon inizio,” disse Tattvavada, “ma la mia speranza è che in futuro la regola sia che gli studenti possano scegliere di frequentare i corsi di tutte le religioni insegnate e non solo quello della religione a cui appartengono.”
In base a questa legge del Parlamento, ogni settimana Tapo Divyam insegna la religione di Krsna fondata sugli insegnamenti di Srila Prabhupada a sette classi in tutta Helsinki.
“Per quanto ne so,” dice Tapo Divyam, “l’opportunità che abbiamo di insegnare la coscienza di Krsna come religione ufficiale nelle scuole è unica al mondo.”
Egli poi mi ricorda qualcosa che Prabhupada aveva detto:
Oggi nel mondo materiale c’è interesse a comprendere atma–il corpo. La scienza medica, la psicologia, la biologia studiano la scienza del corpo ed alcune di esse quella della mente, la psicologia – pensare, sentire e volere. Nessuno però studia il più profondo significato di atma: l’anima. In tutto il mondo non c’è nessuna università, scuola o college per comprendere l’anima.
“Ora per il piacere di Srila Prabhupada e della successione di maestri,” dice Tapo Divyam “e per la loro misericordia, possiamo insegnare la scienza dell’anima anche nelle scuole pubbliche.”

Studenti del Nepal

Ho fatto visita ad una classe frequentata da sei ragazzi nepalesi. Poiché era la settimana dopo il Vyasa Puja (anniversario della nascita) di Srila Prabhupada, Tapo Divyam distribuì un elenco dei contributi di Srila Prabhupada, tratto dalla Srila Prabhupada-lilamrta, mostrò e presentò copie dei libri di Srila Prabhupada e fece vedere agli studenti alcune fotografie del nuovo libro di foto di Prabhupada.

L’interesse degli studenti cresceva col procedere della lezione, che terminò fin troppo presto. I ragazzi conoscevano già qualcosa del loro retaggio vedico. Il figlio di un brahmana con orgoglio tirò fuori perfino il filo braminico. È facile capire che della visione vedica del mondo, culminante nella devozione a Krsna descritta nella Bhagavad-gita (versi 15.15, 18.64-18.66), si dovrebbe discutere sia a scuola che a casa. Questo può evitare che i ragazzi perdano il contatto con la loro cultura spirituale, la parte più importante della vita. Tapo Divyam ha un’altra classe tutta di Indiani ed una con quattro studenti provenienti dall’India, dal Bangladesh, dallo Sri Lanka e dal Nepal. In due di queste classi la lingua è l’inglese e nelle altre cinque il finlandese.

Anche Muniraja Dasa svolge corsi sulla coscienza di Krsna nelle scuole pubbliche.
“Il nostro successo nel mondo accademico è molto buono,” mi disse, “ma è il risultato di un lungo lavoro e richiede molta riflessione per mantenere la situazione e migliorarla. Medito sempre sull’insegnamento di Suhotra Swami: ‘Quando abbiamo a che fare con persone che hanno ricevuto un’educazione materialistica non possiamo essere nello stato d’animo di convertirle; esse dovrebbero invece essere attratte dalla conoscenza e dalle qualità dei devoti.’”
Durante la mia visita ho notato che Tattvavada dopo le lezioni non esita a dedicare altrettanto tempo a parlare con gli insegnanti di quanto ne usa per parlare con gli studenti. Gli insegnanti spesso pongono domande su come presentare correttamente la religione di Krsna nelle loro classi.
Dopo la lezione che avevo ascoltato il più giovane dei due insegnanti responsabili della classe disse a Tattvavada: “ Quattro anni fa sono venuto al vostro tempio con un gruppo di universitari. Ricordo ancora le parole esatte e la melodia che cantavate.”
Tattvavada nella stanza vicina parlò anche con un’insegnante che scriveva i libri di testo per tutte le scuole finlandesi. Ella desiderava invitarlo a dare suggerimenti per il prossimo libro di testo. Quando le dette del prasadam, ella lo fece distribuire a tutta la classe da un suo studente.
“La nostra amicizia con gli insegnanti si è sviluppata da lungo tempo,” dice Tattvavada.
Tattvavada ha anche tenuto dei corsi per insegnanti all’università di Helsinki. Questa sarà una delle attività della facoltà universitaria d’imminente apertura descritta sotto.
“Sono attento a non deludere mai la fiducia che ho stabilito con gli insegnanti,” dice Tattvavada. “Non incoraggio le persone ad abbandonare i loro studi per unirsi subito al movimento Hare Krsna. Mi limito a dare informazioni sulla coscienza di Krsna cosicché insegnanti e studenti conoscano la verità su questa cultura.
“Gli scienziati offrono della filosofia, ma ignorano la religione ed altri religiosi fanatici propongono sentimenti devozionali ma sono deboli a livello filosofico. Gli insegnamenti di Krsna invece integrano filosofia e religione e possono soddisfare le necessità sia emotive che intellettuali delle persone.”
Gli amici di Tattvavada dell’università hanno spesso aiutato l’ISKCON della Finlandia. Dieci anni fa, quando l’Unione Europea era agli inizi, il governo francese ateo inviò dei rappresentanti nei diversi Paesi per convincerli che gli Hare Krsna erano una setta malvagia che doveva essere ostacolata. Ascoltando la delegazione francese, uno degli amici laureati di Tattvavada fu sconvolto nel sentire tutta la loro erronea propaganda negativa e difese con forza la religione di Krsna.
Un professore, che istruisce gli insegnanti di religione, da dieci anni invita Tattvavada a tenere lezioni. Ora ogni anno egli porta tutta la sua classe al tempio di Helsinki. L’anno scorso il professore ha portato venticinque sacerdoti cristiani laureandi con i loro insegnanti a Vrndavana in India, il centro della devozione a Krsna. Tattvavada li ha portati in pellegrinaggio a Govardhana e nella città di Vrndavana. Una classe di infermiere ogni anno fa visita al tempio di Helsinki come parte di un corso pluriculturale perché le infermiere hanno bisogno d’imparare a trattare con pazienti che hanno punti di vista religiosi diversi.
Recentemente, un professore molto stimato di religioni comparate dell’Università di Helsinki ha chiesto a Tattvavada e a Tapo Divyam di preparare un programma per un corso di studio complementare su Krsna per la Finlandia.


Il Bhaktivedanta College

Il prossimo passo di Tattvavada è dar vita a un istituto di educazione superiore. Esso sarà una sede distaccata del Bhaktivedenta College di Budapest (BHAKTI), l’unica università gestita da devoti accreditata a dare diplomi di laurea e post-laurea. Fondata dieci anni fa, la BHAKTI ha trecentocinquanta studenti. Quest’anno il Bhaktivedanta College della Finlandia inizierà a proporre corsi per il semestre autunnale. Quando i devoti finlandesi aderiranno alla BHAKTI, insegnanti di religione e studenti della Finlandia potranno conseguire lauree studiando la religione di Krsna sotto la guida di qualificati insegnanti devoti. Ad aiutare la realizzazione della sede distaccata finlandese ci sono: Sivarama Swami, Devamrta Swami, Gaura Krsna Dasa, il preside della BHAKTI e Radhanatha Dasa, un esperto molto importante, un collaboratore della BHAKTI che ha buone relazioni con la comunità accademica.
I devoti finlandesi cooperano anche con Bhakti Vidya Purna Swami e la Bhaktivedanta Academy di Mayapur, in India, da dove sono venuti alcuni insegnanti per istruire i devoti finlandesi con lezioni sulla cultura vedica, sulla letteratura, sugli yajna e su altre arti.
Laksmimani Dasi, che per oltre trenta anni si è impegnata negli aspetti culturali del movimento Hare Krsna, è venuta in Finlandia per aiutare ad istruire gli insegnanti.
“I devoti in Finlandia hanno un’opportunità unica,” dice, “perché la Finlandia offre loro la rara possibilità di condividere la conoscenza che ci è stata data. I devoti del mio corso per insegnanti erano pieni di desiderio di apprendere come realizzare il loro obiettivo. Sono entusiasti e gentili; alcuni sono insegnanti eccezionali.”
L’obiettivo centrale nel trasmettere la conoscenza di Krsna agli altri mi diventava sempre più evidente nella sua totalità durante la mia permanenza in Finlandia. Questo programma accademico di successo mostra quanto onesti e sinceri devoti possano fare impiegando il loro tempo a sviluppare i rapporti con le persone della comunità accademica.

Krsna-krpa Dasa, devoto da venticinque anni, viaggia per promuovere il canto congregazionale Hare Krsna in pubblico, tiene lezioni sulla coscienza di Krsna, è un volontario del Krishna.com LiveHelp e correttore di bozze di BTG e di altre pubblicazioni.


La Storia dei Programmi Culturali Hare Krsna in Finlandia


Nel 1993, istruito da Suhotra Swami, Tattvavada Dasa iniziò a tenere lezioni nei college e nelle università. Due anni dopo, Suhotra Swami cominciò ad avere incontri con eruditi in Finlandia, con l’aiuto di Nimi Devi Dasi a livello organizzativo. A partire dal 1997, Tattvavada organizzò le visite di Suhotra Swami alle università di tutta la Finlandia. I libri e le presentazioni filosofiche di Suhotra Swami guadagnarono il rispetto della comunità accademica sia per la sua persona che per il movimento Hare Krsna. Alcune università usano tuttora i suoi libri come testi di studio.
Per gli studenti finlandesi che hanno un’educazione religiosa è obbligatoria un’ora settimanale di religione. Per quindici anni, Tattvavada ha tenuto lezioni sulle religioni del mondo, sulle religioni in Finlandia, sulla religione di Krsna, sull’etica, sulla filosofia e sulla psicologia. Attualmente, cooperano con lui Tapo Divyam Dasa, Avadhutacandra Dasa, Muniraja Dasa e Tivra Bhakti Devi Dasi. Essi tengono lezioni in sei delle dieci università finlandesi e in un centinaio di college e scuole superiori, coinvolgendo ogni anno da settemila a ottomila studenti.
“Quando iniziammo a tenere lezioni nei college,” dice Tattvavada “pensavamo che sarebbe stato molto difficile entrare nella maggior parte di essi, ma ora, dopo diciassette anni, la nostra difficoltà più grande è avere abbastanza tempo per tutti i college e le università che c’invitano.”
Oltre che nelle scuole, nei college e nelle università, Tattvavada ha tenuto lezioni in club accademici di prestigio, compresi un club di letteratura per accademici, un club di fisica quantistica e un club per membri della Mensa. Partecipa anche a molti dibattiti interreligiosi. Il suo motto, tratto da una lettera che Srila Prabhupada scrisse a Hridayananda Dasa Goswami, è “Ogni (nostro) centro dovrebbe essere un college.”
Ogni settimana, almeno due o tre gruppi scolastici visitano il tempio Hare Krsna di Helsinki – aggiungendo dai tre ai quattromila studenti all’anno al numero di coloro che ascoltano i devoti nelle loro aule.


Altri Programmi dell’ ISKCON in Finlandia

Mentre Tattvavada tiene lezioni e parla agli insegnanti, nella stessa città il suo gruppo itinerante di circa otto devoti distribuisce letteratura spirituale e prasadam – sacchetti etichettati contenenti frutta secca o biscotti. Tattvavada distribuisce libri durante gli intervalli del suo programma di lezioni.
Oltre ai programmi accademici e alla distribuzione di libri, ogni anno in almeno quindici località di tutto il paese i devoti organizzano un festival chiamato “Esperienze dall’India”, con bhajana, danze, rappresentazioni teatrali, conferenze, film e prasadam.
Di luglio nella Finlandia del nord, devoti finlandesi e indiani organizzano i loro festival o prendono parte a quelli di altri. Allo World Village, un festival a Helsinki, le preparazioni Hare Krsna sono le più famose. Ad un festival di “musica etnica”, i devoti vendettero più di un migliaio di piatti di kitri, pakora e halava.
Un paio di anni fa i devoti finlandesi cominciarono ad organizzare un festival del Rathayatra ad Helsinki, a Tampere e a Turku, le città più grandi della Finlandia.
Al tempio di Helsinki ci sono quindici devoti celibi, maschi e femmine e dieci coppie sposate regolarmente impegnati nelle attività del tempio. I membri a vita e i sostenitori attivi sono circa un centinaio e ci sono congregazioni Hare Krsna in sedici città.
Devoti anziani, che tengono spesso seminari per la congregazione, fanno visite regolari al tempio di Helsinki. Le lezioni mensili di cucina, tenute da anni, sono una fonte di entrata per il tempio dove i devoti gestiscono anche un piccolo club vegetariano, che serve il pranzo (il giovedì e il sabato) e durante la settimana samosa agli uomini d’affari locali.


FARE I GENITORI COME SERVIZIO a DIO

Adempiere al nostro dovere di genitori comporta prenderci cura dei bisogni spirituali dei nostri figli.
di Krsnanandini Devi Dasi


Essendo madre di dieci figli, spesso mi è stato chiesto: “Come fai a far fronte alle responsabilità familiari e nello stesso tempo a progredire nella vita spirituale? Quando trovi il tempo per servire Dio?”
“Dipende dal punto di vista,” rispondo. “So che posso servire Dio prendendomi cura con amore e rispetto dei miei figli e di mio marito.”
Il mio dovere è essere madre e moglie e non lo sento diverso dal mio servizio a Dio. Questo è il mio servizio a Dio.
Il punto centrale di questo servizio è educare i miei figli a servire Dio. Come si può servire Dio? La Scrittura Srimad-Bhagavatam elenca nove metodi principali, a cominciare dall’ascolto di ciò che riguarda Dio, dal lodarLo e dal ricordarLo per progredire verso i livelli più profondi del servizio devozionale.
L’educazione spirituale dei figli dovrebbe iniziare presto e le Scritture vediche prescrivono un rito (garbhadhana-samskara) che crea un’atmosfera spirituale al momento del concepimento. Ogni volta che aspettavo uno dei miei figli, leggevo le Scritture, ascoltavo musica spirituale e lezioni, cantavo i mantra sacri, mangiavo cibo preparato per il Signore ed offerto a Lui, pregavo (molto) e frequentavo la compagnia di ricercatori spirituali della mia stessa idea. Mentre partorivo, una musica devozionale risuonava dolcemente come sottofondo. Quando i bambini crebbero, ogni giorno tenevamo lezioni sulla Bhagavad-gita e sullo Srimad-Bhagavatam. Scelsi di educare a casa i miei figli fino alle scuole superiori. Volevo essere certa che, in aggiunta ad una buona preparazione accademica, essi avessero solide basi spirituali. Anziché vedere i miei figli come ostacoli alla mia vita spirituale, pregavo di poterli considerare come devoti del Signore e di capire che allevandoli con amore, in un’atmosfera spirituale, facevo un servizio gradito a Dio quanto altre forme di adorazione.
Se oggi è difficile allevare figli, allevarli coscienti di Dio lo è ancora di più. Solo provvedere al cibo, agli abiti, alla casa, all’istruzione e ad altre necessità fisiche e mentali richiede un grande sforzo. Se si aggiunge la cura continua e il sostegno necessari per l’educazione spirituale dei figli, fare i genitori è una tremenda responsabilità. Se però accettano l’impegno di agire come incaricati per conto di Dio, i genitori dediti ed inclini alla spiritualità sviluppano buone qualità. Nel profondo del cuore il Signore dà ai genitori sinceri e impegnati l’intelligenza e le indicazioni per sapere cosa fare e a chi rivolgersi per aiuto. Dall’esterno, Egli ci guida per mezzo del guru, delle Scritture, dei nonni, di altri genitori esperti e di persone spiritualmente avanzate.
In tutto il mondo la maggior parte delle persone attratte dalla religione o dalla spiritualità sono sposate o si sposeranno. La maggioranza di queste coppie avrà figli e fra queste molti genitori cercheranno il modo di allevare figli dotati di moralità che contribuiscano consapevolmente al livello spirituale delle comunità in cui vivono.


La Lunga Strada per Diventare Adulti

A differenza degli animali, nella società umana i giovani non arrivano rapidamente ad occupare il loro posto di componenti maturi o autonomi della comunità. I figli degli uomini hanno una serie di necessità a lungo termine che devono essere indirizzate: fisiche, emotive, mentali e spirituali. Essi hanno bisogno di affetto, di cibo, di una casa, di istruzione, di abiti, di ricreazione, di protezione, di buone compagnie e via dicendo.
Come responsabili completamente dediti, i genitori spiritualmente coscienti devono fare ogni sforzo per far fronte a queste necessità nel modo giusto. Questa è una parte importante della vita spirituale: prendersi cura o servire i servitori del Signore. Questo non si può trascurare.
I genitori migliori sono modelli di buon esempio per i loro figli. Con le parole e con le azioni essi mostrano come vivere una vita basata sulla spiritualità, consapevoli che i figli imparano da come essi vivono. Essi cercano altri genitori o famiglie impegnate a crescere figli coscienti di Dio e in questo modo creano un sistema di sostegno essenziale. È vero che “ci vuole un villaggio per far crescere un figlio.” (Antico proverbio africano).
A volte i genitori devono sviluppare particolari qualità in modo da poter comunicare meglio, risolvere i conflitti, individuare obiettivi e amministrare la disciplina in modo affettuoso per i figli. Anche realizzare queste capacità è servizio devozionale perché ci aiuta a compiere i nostri doveri di genitori.
Fare i genitori coscienti di Dio richiede sacrificio, ma è un sacrificio d’amore che, come altri tipi di servizio devozionale, può essere molto compensativo. Allevare con cura figli coscienti spiritualmente è un risultato molto prezioso e per ottenerlo serve un grande impegno.


La Meravigliosa Arte di Connettersi Intimamente

Nella Bhagavad-gita (9.27) Sri Krsna dice ad Arjuna: “Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu mangi, sacrifichi od offra in carità, come pure le austerità che compi, offri tutto a Me”
L’arma segreta dei genitori è collegare tutto intimamente al servizio a Krsna. Per esempio, Krsna nella Bhagavad-gita (14.4) afferma: “Io sono il padre che dà il seme:” Perciò, ogni volta che come genitore cambi il pannolino del tuo bambino, puoi ricordare a te stesso: “Sto cambiando il pannolino ad uno dei figli di Dio.” Quando, sebbene stanco, leggi o giochi con tuo figlio o tua figlia, ricordati che il Signore vede che il tuo sacrificio porta gioia ad uno dei Suoi figli. Quando rimproveri tuo figlio adolescente, fallo sentendo che ti prendi cura di un essere vivente che appartiene a qualcuno molto più grande di te. Con la tua sposa, se possibile, lasciati il tempo di fissare con devozione per la tua famiglia regole, ritualità e abitudini che siano giuste, che diano fiducia, siano coerenti e che contribuiscano alla crescita e allo sviluppo di ogni figlio.
I genitori che vogliono far crescere figli gentili, rispettosi e spiritualmente consapevoli devono fornire alla loro prole più del semplice mantenimento fisico. Connettere intimamente la vita di famiglia a Krsna permette di distinguere i genitori coscienti di Dio (grhastha) da quelli che non lo sono (grhamedhi). Per parafrasare Sri Krsna: “Offrite le austerità dei vostri doveri di genitori come un’offerta a Me.”


Elevarsi

Nella cultura vedica la vita è divisa in quattro stadi detti asrama o “luoghi di crescita spirituale”: (1) vita da studente, (2) vita da sposato o vita di famiglia, (3) vita da ritirato e (4) vita da rinunciato. Ciascun stadio è fatto per la crescita e lo sviluppo e richiede il compimento di certi doveri. Essere un genitore cosciente di Dio significa appartenere ad un asrama (al grhastha asrama) che è parte di un sistema di progressivo sviluppo spirituale. Il grhastha asrama è fatto per vivere una vita di famiglia retta, affettuosa e regolata.
Poiché la maggior parte delle persone si sposano ed hanno figli, il grhastha asrama è un esempio per gli altri e dà speranza. Colui che accetta sinceramente il servizio di diventare un genitore cosciente di Krsna è potenziato da Dio Stesso per questo servizio. Fare i genitori coscienti di Dio è un importante dovere molto apprezzato dal Signore.
Le Scritture vediche ci dicono che non dovremmo diventare genitori se non siamo in grado di portare i nostri figli a un livello più elevato di vita spirituale e di salvarli dal ciclo delle nascite e delle morti. I futuri genitori dovrebbero rendersi conto di questa grandissima responsabilità.
“Dovete dar vita a figli buoni” diceva Srila Prabhupada. “È per questo scopo che la vita sessuale è consentita. E specialmente al giorno d’oggi, in questa era, se potete generare figli che divengano coscienti di Krsna, svolgerete un servizio molto importante per il Signore.”
Srila Bhaktivinoda Thakura e sua moglie Srimati Bhagavati Devi erano una coppia ideale che allevò dieci figli alla fine del diciannovesimo secolo in India. Egli era un importante maestro spirituale ed anche un ufficiale del governo che seppe equilibrare perfettamente i suoi doveri di genitore, di spiritualista e di amministratore. Giustamente apprezzava di essere nient’altro che un assistente dei figli e della proprietà di Krsna. Grande poeta e autore di canti, in uno di essi scrisse: “La mia vita, mia moglie, la mia famiglia, tutto appartiene a Te, o Signore.”


I Risultati Dipendono dal Signore

Il nostro dovere di genitori è dare un buon esempio in un ambiente cosciente di Dio. A volte, nonostante tutti i nostri sforzi i figli ci causano delle difficoltà. Perciò dobbiamo ricordare, come la Gita c’insegna, che possiamo fare solo il nostro dovere e confidare nel Signore per i risultati.
Troppi figli crescendo diventano rozzi, duri, immorali, sregolati o criminali. Figli non sani a livello psicologico e spirituale crescendo diverranno adulti non sani.
“Le persone ferite, feriscono le persone” dice Bill Cosby, attore ed educatore.
In altre parole le persone che hanno subito abusi o maltrattamenti spesso saranno loro stesse ad abusare o a sfruttare. Il nostro mondo ha un bisogno estremo di figli che siano compassionevoli, capaci di controllarsi, puliti nella mente e nel corpo e inclini alla spiritualità. Essi porteranno queste qualità nelle loro vite di adulti.
Sri Caitanya Mahaprabhu ha predetto un’età dell’oro cosciente di Dio all’interno dell’attuale era di discordia e di ipocrisia. Per questo saranno necessari sempre più figli e adulti coscienti di Dio che popolino la Terra.
“Una popolazione virtuosa nella società umana,” scrive Srila Prabhupada “è il fondamento della pace, e della prosperità e del progresso spirituale nella vita.”

Krsnanandini Devi Dasi, discepola di Srila Prabhupada, è una Educatrice Certificata per la Vita di Famiglia, un ministro autorizzato del culto della coscienza di Krsna nello Stato dello Ohio, presidente della Grihastha Vision Team, e direttrice insieme con suo marito, Tarik Saleem Ziyad, dell’Istituto per la Famiglia Dasi-Ziyad. Lei e suo marito hanno scritto molti articoli e tenuto molti workshop sulla famiglia, sul matrimonio e sulle relazioni. Risiede con la sua famiglia a Cleveland nell’Ohio.



I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA


Tutti devono avere un’occupazione.
Questa conversazione tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e un suo discepolo ebbe luogo nel 1974 a Ginevra in Svizzera.


Discepolo: Recentemente un uomo politico indiano ha detto che l’ottanta per cento degli Indiani vivono in villaggi rurali. La sua proposta era di sviluppare la tecnologia nelle fattorie. Le persone, invece di fare il raccolto a mano, avrebbero usato macchine trebbiatrici e, invece di usare i buoi per arare, avrebbero usato i trattori.
Srila Prabhupada: In India ci sono già tanti disoccupati, perciò introdurre altri macchinari non è una buona proposta. Il lavoro di cento uomini può essere fatto da un solo uomo con una macchina. Ma perché ci dovrebbero essere tanti disoccupati? Perché non impiegare cento uomini invece di uno?
Anche qui in Occidente c’è tanta disoccupazione. Poiché nei vostri Paesi occidentali tutto viene fatto con le macchine, create molti hippy, giovani frustrati che non hanno niente da fare. Questo è un altro genere di disoccupazione. Perciò in molti casi le macchine creano disoccupazione.
Tutti dovrebbero avere un’occupazione; altrimenti ci saranno problemi. “L’ozio è il padre dei vizi.“ Se ci sono così tante persone senza lavoro, perché introdurre macchinari che creano ancor più disoccupazione? La politica migliore è che nessuno sia senza lavoro; tutti dovrebbero essere occupati.
Discepolo: Ma qualcuno potrebbe sostenere: “Le macchine ci liberano dal lavoro che ci sottrae così tanto tempo.”
Srila Prabhupada: Liberi per che cosa? Per bere e fare ogni tipo di sciocchezze? Qual è il significato di questa libertà? Se liberate le persone per coltivare la coscienza di Krsna, allora è un’altra cosa. Naturalmente quando qualcuno aderisce al nostro movimento per la coscienza di Krsna, dovrebbe anche essere impegnato a tempo pieno. Questo movimento non è fatto per mangiare e dormire, ma per lavorare per Krsna. Perciò sia nella coscienza di Krsna sia nella società esterna, la politica dovrebbe preoccuparsi che tutti abbiano un lavoro e siano impegnati. Allora ci sarà una buona forma di civiltà.
Nella civiltà vedica era dovere del capo della società assicurarsi che tutti fossero impegnati come brahmana [intellettuali o insegnanti], come ksatriya [capi militari o politici], come vaisya [contadini o commercianti] o come sudra [lavoratori]. Tutti devono lavorare; allora ci sarà la pace. Oggigiorno possiamo vedere che a causa di così tanta tecnologia, ci sono disoccupazione e molti fannulloni. Gli hippy sono persone pigre, è così. Non hanno voglia di fare nulla.
Discepolo: Un’altra argomentazione potrebbe essere che con la tecnologia si può lavorare molto meglio, con più efficienza e questo fa crescere la produttività di coloro che lavorano.
Srila Prabhupada: È meglio che un numero maggiore di uomini sia impegnato a lavorare anche se l’efficienza è minore. Nella Bhagavad-gita [18-48] Krsna dice:

saha-jam karma kaunteya
sa-dosam api na tyajet
sarvarambha hi dosena
dhumenagnir ivavrtah

“Ogni impresa è coperta da qualche errore, come il fuoco è coperto dal fumo. Perciò, o figlio di Kunti, non si deve abbandonare l’attività che è propria della natura individuale, anche se tale attività è piena di sbagli.” E un proverbio indù dice: “Bekari se begari acchi hai.” Bekari significa “senza lavoro”. E begari significa “lavorare senza salario“. In India abbiamo visto molti abitanti di villaggi venire e chiedere al proprietario di un negozio o a una qualsiasi persona: “Per favore, fammi lavorare. Non voglio uno stipendio. Se vuoi, puoi darmi qualcosa da mangiare. Se no, non voglio neanche quello.” Allora, quale persona, se lavori presso di lei, non ti darà qualcosa per mangiare? Il lavoratore avrà immediatamente un’occupazione con cibo e alloggio. Poi, quando lavora, se questa persona vede che egli lavora bene, dirà: “Va bene, eccoti una paga.”
Perciò è meglio lavorare senza remunerazione piuttosto che rimanere senza far niente, senza lavoro. Questa è una posizione molto pericolosa, ma nella civiltà moderna, a causa di troppe macchine, ci sono tante persone senza lavoro e anche molti fannulloni. Questo non va bene.
Discepolo: La maggior parte delle persone direbbe che queste idee sono molto antiquate. Preferiscono avere la loro tecnologia anche se questa crea un’alta percentuale di disoccupati, perché la vedono come un mezzo per liberarsi dal lavoro pesante e anche come un mezzo per liberarsi e godere della televisione, dei film e delle automobili.
Srila Prabhupada: Tecnologia non significa libertà. È invece una porta aperta per l’inferno. Non è libertà. Tutti dovrebbero essere impegnati in un lavoro secondo le proprie abilità. Se si ha una buona intelligenza, si può fare il lavoro di un brahmana – studiare le Scritture, scrivere libri e dare conoscenza agli altri. Questo è il lavoro di un brahmana. Non ci si deve preoccupare per la propria sussistenza. La società se ne incaricherà. Nella civiltà vedica i brahmana non lavoravano per ricevere un salario. La loro occupazione era studiare la letteratura vedica ed insegnare agli altri, e la società provvedeva al loro mantenimento.
Per quanto riguarda gli ksatriya, essi devono proteggere gli altri membri della società. Se c’è un pericolo, se c’è un attacco, gli ksatriya proteggeranno la popolazione. A questo scopo possono riscuotere le tasse.
Poi, meno intelligenti degli ksatriya sono i vaisya, la comunità dedita al commercio, occupata a produrre cibo e a dare protezione alle mucche. Queste cose sono necessarie. Ed infine ci sono i sudra, che aiutano le tre classi più elevate.
Questa è la divisione naturale della società, ed è molto giusta perché fu creata da Krsna stesso (catur-varnyam maya srstam). Tutti hanno un’occupazione. La classe degli intellettuali è occupata, la classe dei guerrieri è occupata, la classe dei commercianti è occupata e anche tutti gli altri, i sudra sono occupati. Non c’è bisogno di fondare partiti politici e di lottare. Ai tempi vedici non c’erano queste cose. Il re era il supervisore che controllava che ognuno fosse occupato a compiere il proprio dovere. Perciò le persone non avevano tempo per fondare falsi partiti politici, fomentare agitazioni e lottare gli uni contro gli altri. Non c’era questa possibilità.
Ma prima di tutto bisogna comprendere: “Io non sono questo corpo” e questo viene ripetuto molte volte da Krsna nella Bhagavad-gita.


Hare Krsna, Hare Krsna
Krsna Krsna, Hare Hare
Hare Rama, Hare Rama
Rama Rama, Hare Hare




Le Piante Extra

Il Falso Prestigio è la prima di una lista di erbacce, come la Lussuria, l’Avidità e la Collera, che ostacolano la crescita della vite della Bhakti.
di Karuna Dharini Devi Dasi
La Sri Caitanya-caritamrta descrive metaforicamente l’amore per Dio come una pianta rampicante o una vite. Il racconto che segue si basa su quella metafora. [Vedi l’inserto “La pianta rampicante della devozione.”]

SOLLEVAI LA TESTA come un cobra non per colpire qualcuno ma per prendere il sole. Con un gigantesco fiore splendente in cima alle mie foglie verdi, dominavo il giardino con la mia presenza.
Il mio nome è Falso Prestigio e mi definisco una Pianta Extra (che suona più lusinghiero di Erbaccia).
Non ho mai voluto essere extra o indesiderato. Come potevo io, Falso Prestigio, non meritarmi lo spazio che occupavo nel giardino? Le mie radici affondavano aggrappandosi alla terra che sosteneva il mio peso. Ogni radice che affondavo nel terreno lottava con molte altre. Tuttavia conservavo la mia grande fioritura rossa.
C’era sempre della buona acqua da bere. Dal momento in cui sono germogliato, ho avuto tutte le cose belle e ricche di questo mondo, come acqua buona da bere e fertilizzanti.
Il giardiniere mi ha riconosciuto come pienamente degno del suo giardino.
Stavo eretto in mezzo alle più forti tra le Piante Extra. Per prima c’era la Lussuria, la pioniera delle piante Extra. Era un personaggio importante. Il giardiniere ne era deliziato; era molto fresca e di un verde brillante. Quanto più il giardiniere la innaffiava tanto più si sviluppava. Era il personaggio più esigente. Il giardiniere era sempre costretto ad innaffiare la Lussuria.
Arrivò una pianta di nome Avidità e per lei l’unico modo di avere l’acqua era mettere le radici accanto alla Lussuria. Non si è mai vista una coppia simile! Poi venne la Collera. Oh, come perse il controllo il giardiniere quando la Collera spinse le sue rossicce foglie grinzose fuori dal terreno!
Come Falso Prestigio queste altre piante cominciarono a preoccuparmi. Che impressione avrebbero fatto al vicinato? Queste piantacce erano apparse senza essere invitate. Che impressione vedere la faccia contratta e confusa del giardiniere – non posso dimenticare quel viso. Era così infelice, così pieno di preoccupazione.
Ho citato la Felicità e la Sofferenza? Gemelle anche se non identiche, con le stesse foglie, gli stessi rami e ramoscelli. Non fu possibile distinguerle finché non fiorirono. I fiori della Felicità erano così dolci che in sua presenza riuscivamo a stento a respirare senza galleggiare in un delirio di piacere. La Sofferenza aveva i suoi orribili fiori, a volte così vistosi e putridi che era meglio dimenticarli.
Tuttavia le gemelle fiorivano a turno distraendoci inutilmente. Preso dall’ansietà il giardiniere si chiese chi erano e da dove fossero arrivate lì. I tempi erano duri, ma grazie ad un’assoluta presunzione tenni in vita i miei fiori rossi.


L’Arrivo del Giardiniere Esperto

Il giardiniere portò un esperto che fu sorpreso da come tutto fosse in disordine, ma egli aveva visto una grande confusione in altri giardini e sapeva cosa fare. Disse che per quanto riguardava il terreno andava tutto bene; c’era solo bisogno di una coltivazione appropriata. Poi disse al giardiniere di essere molto più selettivo rispetto alle piante da coltivare.
L’esperto dette al giardiniere un particolare seme selezionato insieme con quella che egli definì l’istruzione più importante: devi modificare il metodo d’innaffiamento. Questo, disse, avrebbe provveduto a tutto.
Il giardiniere invitò l’esperto a sedersi nell’intricato giardino, anche se era contaminato dalle Piante Extra. Con umiltà l’esperto giardiniere si sedette. Come Falso Prestigio questa vista non mi piacque. Era come se l’esperto fosse animato da una profonda compassione, una qualità che non mi piace affatto. Per una pianta del mio genere l’umiltà e la compassione sono caustiche.
L’esperto giardiniere allora emise un suono che sembrava provenire da una profondità interiore. Questo attrasse il giardiniere. L’esperto modulava un amabile canto scorrevole e la sua attenzione era concentrata sulla sua dolcezza. Era un mantra rivolto a Dio, il Signore delle foreste del mondo spirituale.
Avevo sentito parlare di Lui. Il Suo nome è Krsna. Nel Suo mondo le piante sono piene di sentimenti d’amore nel servizio devozionale a Lui rivolto, e gli alberi sono esseri che esaudiscono i desideri e la cui unica aspirazione è il benessere di tutti quelli che passano vicino a loro. Le piante mostrano teneri fiori per il divino piacere di Krsna, che Si sposta nella foresta pascolando le mucche. Le piante sono incantate dall’estasi della Sua presenza e la loro gioia e il desiderio di ServirLo crescono costantemente. Esse sono gioiose! Per le piante è naturale essere così, come ho sentito dire.
Insieme con quel particolare seme l’esperto dette al giardiniere il mantra ed alcuni canti devozionali. Quando l’esperto si alzò per andarsene, il giardiniere pianse temendo di fare ancora errori con il giardino. Per onorarlo toccò con gratitudine i piedi del maestro e gli chiese le sue benedizioni per poter far crescere quel seme speciale.
Al pari di me, le altre Piante Extra, come la Lussuria, l’Avidità e la Collera, non gradirono la presenza dell’esperto. Derisero il giardiniere perché pensava che un seme e qualche canto potessero sistemare il giardino.


La Morte delle Piante Extra

Il giardiniere iniziò a cantare implorando il mantra di aiutarlo. Si sentiva impotente per la grande confusione del suo giardino. Desiderava veramente di comprendere la sincerità e l’umiltà che aveva visto nel maestro giardiniere.
Dove avrei io, il suo vecchio amico, il Falso Prestigio, potuto inserirmi in mezzo a tutto questo? Mentre cantava io mi sentivo demolire foglia per foglia. Indebolito nelle radici rimasi eretto solo per assistere alla completa pulizia del giardino. Lussuria, Avidità e Collera vennero distrutte. Il mantra che cantava è una ripetizione dei nomi del Signore della foresta spirituale: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. È una richiesta di sentire la Sua presenza e diventare un Suo servitore nel puro amore.
Mentre i giorni passavano e il giardiniere continuava a cantare, dentro di lui fluivano sentimenti di modestia, gratitudine, rimpianto, felicità e devozione. Il nuovo seme portato dal maestro spirituale giardiniere esperto generò un germoglio che diventò una vite dalle foglie belle, dolci e morbide.
Il rampicante della devozione crebbe con eleganza con un tenero fogliame. Il giardiniere era felice di cantare costantemente e sentì sollievo nel vedere la morte della Lussuria, della Collera e della Avidità. Continuò a coltivarmi ma solo al bordo estremo del suo giardino, anche se ero reclinato e cadente.
Allora ebbi una grande idea: divenni entusiasta di fare da palo di sostegno per la nuova pianta rampicante della Bhakti. Volevo essere ancora utile, perciò pensai che potesse appoggiarsi a me per crescere alta. Anche senza il mio aiuto essa crebbe molto bene con una miriade di tenere foglie verdi e di rami. Ne fui sorpreso. Perché non aveva bisogno di me? Sembrava sostenuta e nutrita da un potere sconosciuto. Che cosa stava accadendo? Nella mia vecchia condizione d’impotenza mi sentii disperato.


Nuove Reclute

Solo e abbandonato decisi di reclutare alcuni nuovi amici: la Fama, l’Adorazione e la Distinzione. Il giardiniere non se ne accorse neanche quando li portai dentro.
La Fama crebbe molto alta e l’effetto fu proprio fantastico. Il giardiniere divenne famoso come un grande santo e insieme con la Fama vennero i suoi compagni che la incoraggiavano: l’Adorazione e la Distinzione.
Ero di nuovo utile e crebbi lussureggiante. Il giardiniere camminava pavoneggiandosi come faceva quando all’inizio avevo cominciato a crescere. Per prendersi cura di me lasciò da parte il suo canto Hare Krsna.
Piante supplementari si unirono subito a noi. C’era un rampicante tortuoso di color blu di nome Politica. Era il mio tipo di pianta e ci teneva uniti. Che energia aveva! Ed io davo molto piacere alla sua amica, una pianta carnosa e spinosa conosciuta con il nome di Critica. Ora dimentica la Bhakti.
Poi un giorno ci accorgemmo di un albero che cominciava a gettare un’ombra fredda su tutto il giardino. Era cresciuto tra noi come un piccolo arboscello fin dai nostri primi giorni, ma senza farsi notare. Ora il suo tronco aveva la dimensione di una casa. Le sue grandi foglie color verde scuro ricoprivano tutto e toglievano la luce del sole.
Ecco la Paura. Senza accorgersene il giardiniere l’aveva coltivata per tutto questo tempo. Sui suoi rami apparvero gradualmente brutte e pesanti protuberanze chiamate Vecchiaia e Malattia. Cominciai a curvarmi nuovamente e a seccare.
Molto turbato, il giardiniere si sentì sciocco ed umiliato nel veder morire la maggior parte delle sue piante. Tutto quello che restava era un groviglio senza fine di rami secchi delle Piante Extra di ultima generazione. I resti della Fama, dell’Adorazione, della Distinzione, della Politica e della Critica circondavano il rampicante della Bhakti. Essa si teneva in vita con una piccola fragile foglia che era diventata di un giallo pallido.
Alla fine il giardiniere rimpianse i dolci giorni in cui la Bhakti cresceva costantemente. Come poteva farla rivivere? La Bhakti non appare su richiesta. Anche se è indipendente non viene facilmente concessa a chiunque. I dolci sentimenti d’amore che essa porta sono a disposizione solo di coloro che seguono le istruzioni del maestro. Anche allora non è mai obbligata a manifestarsi, ma se il maestro spirituale si rivolge a Krsna per conto di qualcuno, la Bhakti può rispondere alla sua richiesta con molta gentilezza.


Il Maestro Giardiniere Ritorna

Un giorno il maestro giardiniere venne a vedere il giardino.
“Vuoi mantenere queste Piante Extra quando hai qui quella della Bhakti?” chiese. “Ti ho dato questo seme perché tu lo facessi crescere per poi lasciarlo morire?”
A causa della Paura, non riuscii più a far crescere le mie foglie e rimasi piantato lì ad ascoltare il maestro giardiniere che parlava con il giardiniere. Era autunno, quando le piante tremano al pensiero dell’inverno.
“Perché non mi sottometto a questo esperto?” pensai “Che cosa ho da perdere? Egli è un vero gentiluomo e un sincero amante della famosa foresta di Vrndavana. Anche se perdo la posizione che ho come Falso Prestigio egli non mi farà del male.”
Incoraggiato dal maestro giardiniere, il giardiniere cominciò ad adorare nuovamente la tenera e gentile pianta della Bhakti. Sebbene incerto, fece del suo meglio per cantare e suonare gli strumenti musicali e le offrì il suono di canti meravigliosi che parlavano di tolleranza, purezza, umiltà e resa. Cantò l’austerità, la pulizia, la gravità e la semplicità. Preparò una festa con una varietà di cibi deliziosi per il maestro, che rimase soddisfatto del servizio affettuoso del giardiniere. Cantò il coraggio, il distacco e la compagnia dei puri devoti. Stava in piedi nel giardino con le braccia completamente alzate e danzava dimenticando tutte le paure e tutti i problemi.
Il maestro giardiniere si unì a lui e insieme gridarono: “Cantate i santi nomi! Cantate i santi nomi!”


Scoprire il Vero Prestigio

Allora finalmente mi accorsi di qualcosa di così essenziale che non capisco come avevo fatto a non accorgermene prima. Il canto entrò dentro di me per provocare la mia completa trasformazione: vidi il Vero Prestigio nel carattere del maestro spirituale. Compresi che esso deriva dal sapere chi siamo: i servitori di Krsna.
In questa atmosfera purificata la pianta della Bhakti cominciò a crescere molto molto alta. Innalzandosi perforò le coperture dell’universo materiale. Grazie al giardiniere che cantava costantemente Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare, le sue foglie si moltiplicarono simili a centinaia di soffici petali di un fiore che sboccia. Essa si espanse senza limiti verso Dio e finalmente si aprì la strada per avvolgersi ai meravigliosi piedi del Signore delle mucche e dei rampicanti del cielo spirituale.
Ero affascinato da come queste tenere, dolci lodi del Signore Supremo avevano trasformato il giardino. Il giardiniere era completamente soddisfatto e la sua mente rimase in una posizione di serenità e felicità.
Mi resi conto che non avrei mai dovuto cercare di mantenere la mia vita di Pianta Extra, nemica del giardiniere. Il suo ritrovato amore per il Signore, grazie alla ben riuscita germinazione della Bhakti provocò in me una grande emozione spirituale. Cominciai a sentire la gioia del Vero Prestigio, che può essere conosciuto solo da chi comprende la sua propria vera identità spirituale.
Seguii il cammino della Bhakti fino all’eterna dimora del Signore. Ora conosciuto come Vero Prestigio, sono orgoglioso di essere l’umile servitore del servitore del maestro spirituale e di Krsna.

Karuna Dharini Devi Dasi, discepola di Sua Grazia Virabahu Dasa, serve le Divinità di New Dwaraka (ISKCON di Los Angeles), dove nel 1979 si unì all’ISKCON. Vive con suo marito e sua figlia.


La Pianta Rampicante dell’Amore

Quanto segue è stato detto da Sri Caitanya Mahaprabhu: “Secondo il loro karma, tutti gli esseri vanno errando per l’universo intero. Alcuni sono elevati ai sistemi planetari superiori e altri discendono nei sistemi planetari inferiori. Tra molti milioni di esseri vaganti, uno forse, per la grazia di Krsna, ottiene la grande fortuna di poter entrare a contatto con un maestro spirituale autentico. Per la misericordia di Krsna e del maestro spirituale questa persona riceve il seme della pianta devozionale.
“Quando una persona riceve il seme del servizio devozionale dovrebbe prendersene cura diventando un giardiniere e piantando questo seme nel cuore. Se innaffierà gradualmente il seme col metodo di sravana e kirtana [l’ascolto e il canto], il seme comincerà a germogliare.
“Situato nel cuore e innaffiato da sravana e kirtana, il rampicante della bhakti cresce sempre più. In questo modo raggiunge il rifugio dell’albero dei desideri dei piedi di loto di Krsna, che è eternamente situato sul pianeta conosciuto come Goloka Vrndavana, nella regione più alta del cielo spirituale.
“Talvolta delle erbacce non volute – come la gramigna del desiderio e del piacere materiale, e della liberazione dal mondo materiale – crescono assieme alla pianta del servizio di devozione. La varietà di tali indesiderabili erbacce è illimitata.”

–– Caitanya-caritamrta, Madhya-lila 19.151,152,154,158


COME SONO DIVENTATA COSCIENTE DI KRSNA

MIO FIGLIO MI INDICA LA STRADA
Quando suo figlio si unì agli Hare Krsna, ella non sapeva che cosa pensare, ma era decisa a saperne di più.

A DICIANNOVE anni mio figlio andò a vivere a Portland in Oregon con un suo amico e la sua famiglia. Il suo scopo era di entrare a far parte di un gruppo di rock-and-roll e diventare ricco e famoso. In questo stesso periodo, mia figlia maggiore stava per avere il primo figlio. Fu emozionante quando le cominciarono le doglie, ma alcune complicazioni resero il travaglio lungo e difficile.
In questa atmosfera di ansietà e di preoccupazione, il padre dei miei figli telefonò per sapere se ero al corrente di che cosa stesse facendo mio figlio. Un paio di giorni prima avevo parlato con lui, aveva un lavoro part-time e frequentava alcune lezioni in un college. Suo padre allora m’informò che egli aveva abbandonato tutti i suoi programmi ed era “andato ad unirsi agli Hare Krsna”!
Rimasi sconcertata mentre cercavo di ricordare quello che sapevo degli Hare Krsna. L’immagine che mi venne in mente fu quella di giovani vestiti con abiti arancioni, che saltavano su e giù cantando agli angoli delle strade e chiedevano denaro negli aeroporti. Non era esattamente la vita che avevo immaginato per mio figlio. Dissi a suo padre che dovevo distogliere la mente da questa novità finché non fosse nato il bambino e tutti stessero bene.
Due settimane dopo, mio marito ed io ci recammo al tempio Hare Krsna di Portland per vedere che cosa stesse accadendo. Mio figlio, vestito con un dhoti bianco e kurta, ci salutò. Aveva la testa rasata eccetto un ciuffo di capelli dietro. Fu uno shock vederlo così cambiato. Non avevo assolutamente idea di che cosa significassero tutti questi cambiamenti, ma avevo intenzione di scoprirlo.
Partecipammo all’arati della sera ed io mi sentii subito attratta dal canto del maha-mantra. Il presidente del tempio fece una lezione, di cui non ricordo il contenuto. Certamente non lo capii. Egli rispose alle nostre domande e con partecipazione ascoltò le nostre preoccupazioni. Fece del suo meglio per alleviare i nostri timori. La mia preoccupazione più grande era l’idea che l’ISKCON fosse una setta. Mio figlio si era allontanato dalla famiglia per subire il lavaggio del cervello? Fu solo attraverso l’esperienza che capii come la nostra relazione sarebbe cambiata.
Andai via con una sensazione molto strana. Non riuscivo a capire che cosa avesse allontanato mio figlio dalla vita che conosceva per una cultura così diversa. Tuttavia c’era qualcosa di familiare e anche di avvincente. Pensai di aver fatto qualcosa di sbagliato come madre e attraversai un periodo di ricerca spirituale prima di decidere che avevo bisogno di avere maggiori informazioni sulla coscienza di Krsna e di sapere perché questa filosofia lo avesse attratto. Nella mia gioventù avevo sempre cercato la Verità Assoluta e le mie esperienze nella vita e nella religione mi avevano preparato a questo momento.

La Mia Esperienza di pre-morte

Quando avevo otto anni ebbi un’esperienza di pre-morte. Ero nata con un difetto che aveva richiesto vari interventi chirurgici. Ad ogni intervento sapevo di essere in pericolo di morte. Dopo uno di questi ci furono delle complicazioni e il mio cuore si fermò. Lasciai il corpo e da un angolo della stanza dell’ospedale osservai l’équipe medica che cercava di resuscitarlo. Era un grande sollievo essere liberi da quel corpo. Ero felice di lasciarlo e mi diressi verso un tunnel luminoso.
Ma una presenza mi fermò e non mi lasciò proseguire. Sapevo di non voler tornare dentro quel corpo, ma la presenza disse che dovevo tornare nel mondo materiale per “ricordarLo”.
Chi era che dovevo ricordare? A quel punto sentii che venivo tirata indietro nel mio corpo, di nuovo nel dolore e nella sofferenza. C’è la documentazione medica per esperienze di questo tipo e i miei genitori convalidarono la mia. Questo ricordo mi è così chiaro oggi come quarantadue anni fa. Da quel momento seppi che ero qualcosa di più del mio corpo fisico. I molti anni che sono seguiti mi hanno preparato per il passo successivo del mio viaggio.

Imparare di Più

Dopo la mia prima esperienza al tempio cominciai a leggere i libri di Srila Prabhupada, a frequentare i programmi del tempio di Portland e quando potevo a trascorrervi i fine settimana. Quando capii la filosofia e la missione dell’ISKCON, mi sentii sempre più attratta a diventare una devota. Cominciai a modificare la mia vita per seguire i principi regolatori iniziando ad essere un’esperta vegetariana, a cantare sedici giri al giorno, ad evitare gli intossicanti, il sesso illecito e il gioco d’azzardo.
Durante uno dei miei fine settimana al tempio di Portland c’era in visita un sannyasi di nome Bir Krsna Dasa Goswami. Fui molto attratta dalla sua predica e mi sentii a mio agio nel parlargli della mia vita e della coscienza di Krsna. Cominciai a scrivergli regolarmente e capii che poteva essere la mia guida per diventare una devota. Gli chiesi di accettarmi come sua discepola. Per la sua misericordia, ricevetti l’iniziazione al canto del santo nome. Gli sono eternamente grata per la sua guida. Iniziai a fare servizio al tempio ISKCON di Vancouver, nella Colombia Britannica, vicino a dove vivo. I devoti del tempio sono stati molto misericordiosi con me. Sono diventati la mia famiglia spirituale e la loro compagnia mi ha aiutato a progredire nella coscienza di Krsna.
Ora mio figlio, Trikalajna Dasa, è brahmacari (studente celibe) da un certo numero di anni. * Il nostro rapporto è più intimo e migliore di quanto fosse mai stato prima che diventasse devoto. Altri membri della nostra famiglia sono diventati devoti e quelli che non lo sono diventati accettano il nostro modo di vivere. L’ISKCON ha completamente cambiato la mia vita ed ora chiunque incontrerò mi sentirà parlare delle glorie di Sri Krsna, Dio la Persona Suprema.
La lingua umana è troppo limitata per esprimere in modo appropriato il mio apprezzamento per la misericordia di diventare devota. Ora capisco il significato della mia esperienza pre-morte. Era per ricordare Lui, Sri Krsna. Ottenere l’amore di Krsna è ora lo scopo della mia vita e di qualsiasi vita futura. Prego che vita dopo vita io possa essere messa come un atomo ai Suoi piedi di loto.

Questo racconto fu scritto due anni e mezzo fa. Quest’anno mio figlio si sposerà.



La Migliore Benedizione

Perché i santi nomi di Krsna sono il tesoro più grande.
di Mohini Radha Devi Dasi


Alcune persone fantasticano di accumulare un’immensa ricchezza e sognano quello che potrebbero comprare se solo avessero abbastanza denaro. Dopo aver ottenuto quella nuova macchina, quella grande casa, quella collana di diamanti, la loro felicità è vaga ed effimera.
Molti di noi dicono: “Il denaro non dà la felicità,” ma ci crediamo davvero? Se non è il denaro, qual è la soluzione per i nostri intensi desideri? Qual è il tesoro più grande capace di darci una vera felicità? E dove possiamo trovare questo tesoro?

Srila Prabhupada risponde a queste domande in uno dei suoi commenti (vedi la spiegazione al verso 4.7.6 dello Srimad-Bhagavatam) in cui racconta la storia di un brahmana fortunato che chiese a Siva la migliore delle benedizioni. Questo racconto rivela che il tesoro più grande non è materiale ma spirituale.

Una volta un povero brahmana adorava Siva per ottenere la più grande benedizione sperando in questo modo di risolvere tutti i suoi problemi. Siva è conosciuto come midhustama, il più generoso tra coloro che elargiscono benedizioni e molti materialisti lo avvicinano per soddisfare i propri desideri. A questo brahmana però Siva offrì la più grande benedizione per la sua vita spirituale. Suggerì al brahmana di far visita a Sanatana Gosvami, discepolo diretto e intimo compagno di Sri Caitanya Mahaprabhu, perché solo Sanatana poteva dargli la migliore delle benedizioni.
Quando il brahmana avvicinò Sanatana Gosvami, notò che Sanatana aveva una pietra filosofale che teneva nella spazzatura. Questa pietra potente con il semplice contatto poteva trasformare il ferro in oro. Su richiesta del brahmana, Sanatana gli dette la pietra filosofale, che apparve al brahmana come la più grande benedizione ed egli se ne andò gratificato dalla certezza di una ricchezza senza limiti.
Dopo aver lasciato la compagnia di Sanatana, tuttavia, la mente del brahmana fu disturbata da un dubbio: se la pietra filosofale è davvero la più grande benedizione, allora perché Sanatana Gosvami la teneva nella spazzatura come se non avesse alcun valore? Si rese conto che certamente questo non poteva essere quello che cercava; Sanatana Gosvami doveva avere un tesoro ancora più grande.
Il brahmana tornò da Sanatana Gosvami e gli chiese: “Signore, se questa è la migliore benedizione, perché la tieni nella spazzatura?”
Sanatana Gosvami gli rispose che la pietra filosofale non era la più grande benedizione.
“Ma,” Sanatana chiese, “sei pronto a ricevere da me la migliore delle benedizioni?”
Il brahmana assentì con entusiasmo e allora Sanatana gli disse di gettare la pietra filosofale nel vicino fiume Yamuna.
Quando il brahmana tornò, Sanatana Gosvami lo iniziò con il maha-mantra Hare Krsna: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare/ Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Per la misericordia di Siva, il brahamna ottenne la più grande di tutte le benedizioni: il canto dei santi nomi del Signore in compagnia di un puro devoto.


Rifiutare i Desideri Materialistici

La pietra filosofale rappresenta il desiderio materialistico. Quando desideriamo la ricchezza o il piacere dei sensi separatamente da Krsna, sabotiamo i nostri sforzi spirituali. Ci consideriamo proprietari della nostra ricchezza, che riteniamo il frutto del nostro duro lavoro. In questo modo ci attacchiamo e non riusciamo a realizzare che tutto viene dal Signore e che tutto deve essere usato al Suo servizio per il Suo piacere. Coerentemente, Gesù Cristo affermava che ‘è più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio’.
Come Srila Prabhupada spiega: “I desideri materiali e l’avanzamento spirituale non stanno bene insieme.”
L’ordine di Sanatana Gosvami di gettar via la pietra filosofale è una richiesta di rinunciare ai desideri materialistici. Se vogliamo vivere a livello spirituale, che è la benedizione migliore, non possiamo contemporaneamente cercare di soddisfare i nostri sensi. È come remare in una barca con l’ancora calata sul fondo: non possiamo andare da nessuna parte nonostante i nostri sforzi. Nello stesso modo, se desideriamo progredire spiritualmente dobbiamo tirare su l’ancora del desiderio materiale.
Srila Bhaktivinoda Thakura, uno dei maestri spirituali della nostra successione, afferma che il santo nome del Signore è la vera pietra filosofale (la parola sanscrita è cintamani). Nel suo libro Harinama Cintamani afferma che i santi nomi del Signore sono “una pietra filosofale che soddisfa tutti i desideri”. Con il semplice metodo di ascolto e canto dei nomi del Signore possiamo ottenere direttamente il tesoro più elevato – krsna-prema, il puro amore per Dio, lo scopo ultimo della vita.
Quando il fortunato brahmana gettò via la pietra filosofale materiale per quella spirituale, ottenne veramente la più grande delle benedizioni: il puro percorso verso i piedi di loto di Krsna sotto la guida del puro devoto di Krsna.


Il Nome Assoluto

Poiché Krsna è Assoluto, il Suo nome, i Suoi divertimenti, gli oggetti che servono per la Sua adorazione, i Suoi compagni sono tutti uguali a Lui. Questo significa che il Signore con i Suoi attributi illimitati è completamente presente nei Suoi nomi, che sono splendenti come il sole. Non riusciamo a percepire questo perché le nuvole del materialismo coprono i nostri cuori e oscurano la nostra vista.
Come possiamo vedere il sole dei santi nomi e recuperare così la nostra posizione originale di servitori amorevoli di Krsna? Krsna ci dice di arrenderci a Lui (Bhagavad-gita 18-66) e nella Sua forma munifica di Caitanya Mahaprabhu c’insegna come farlo. Il metodo principale è il canto dei nomi di Krsna, in particolare il maha-mantra Hare Krsna. Caitanya è apparso in questo mondo proprio per diffondere il movimento del sankirtana: il canto collettivo dei santi nomi del Signore. Secondo Sri Caitanya il sankirtana è “la principale benedizione per l’umanità”. (Siksastaka 1) Rupa Gosvami (fratello di Sanatana) loda Caitanya Mahaprabhu come “l’incarnazione più misericordiosa” perché distribuisce a tutti il puro amore per Dio, krsna-prema, senza tener conto della casta, del credo religioso o della razza. Egli invita tutti a rifugiarsi esclusivamente nei santi nomi.
Possiamo facilmente avvicinarci a Krsna per mezzo dei Suoi nomi, che contengono tutte le Sue energie trascendentali (Siksastaka 2). I santi nomi non sono solo rappresentazioni simboliche di Krsna, ma Krsna stesso, e sono anche il mezzo per avvicinarLo. Come Egli afferma nella Bhagavad-gita 10-25): “Tra i sacrifici Io sono il canto dei santi nomi [japa].” Infatti questo sacrificio è così importante da essere il metodo religioso principale (yuga-dharma) per quest’era di Kali (kali-yuga).
Il kali-yuga contiene in abbondanza qualità non propizie, quali una breve durata della vita, le malattie, una memoria debole, intelligenza e forza corporea minori e scarso interesse per le attività religiose. Questi difetti rendono estremamente difficili gli sforzi spirituali, ma non totalmente senza speranza: l’unica buona qualità del kali-yuga è che con il semplice canto del maha-mantra Hare Krsna possiamo ottenere il puro amore per Krsna. Come affermato nel Brhan-naradiya Purana (3.8.126):

harer nama harer nama
harer namaiva kevalam
kalau nasty eva nastya eva
nastya eva gatir anyatha

“In questa era di discordia e d’ipocrisia, l’unico modo per liberarsi è il canto del santo nome del Signore. Non c’è altro modo. Non c’è altro modo. Non c’è altro modo.” Questa ripetizione enfatizza la necessità di cantare il nome di Dio. I percorsi spirituali prescritti in altre ere, come il jnana (coltivare la conoscenza) o lo yoga (meditazione mistica), potrebbero addirittura deviarci dal percorso del servizio devozionale a Krsna, ma il canto Hare Krsna ci aiuta a raggiungere rapidamente il nostro scopo definitivo. Possiamo superare tutti gli ostacoli ed ottenere il successo spirituale definitivo: ritornare a casa, da Dio.

Le Qualità Trascendentali del Nome

Per aiutarci a coltivare il nostro attaccamento ai santi nomi, le Scritture vediche contengono molte affermazioni che ne descrivono le glorie illimitate. Il Padma Purana rivela:

Il santo nome di Krsna è pieno di felicità trascendentale ed è la fonte di tutte le benedizioni spirituali perché è Krsna Stesso, il ricettacolo di ogni piacere. Il nome di Krsna è completo ed è la forma di tutti i dolci sentimenti trascendentali. Non è mai, in nessun caso, un nome materiale e non è meno potente di Krsna Stesso. Poiché il nome di Krsna non è contaminato dalle influenze materiali, la possibilità che sia legato a maya non esiste. Il nome di Krsna è sempre liberato e spirituale; non è mai soggetto alle leggi della natura materiale. Ciò accade perché il nome di Krsna e Krsna Stesso s’identificano. (Citato nella Caitanya-caritamrta, Madhya 17.133)

Qualunque cosa è in Krsna è nel Suo nome. Come Srila Bhaktivinoda Thakura riporta nell’ Harinama Cintamani, Srila Haridasa Thakura dice a Sri Caitanya che il santo nome “è il tesoro più prezioso del magazzino di Krsna, perché contiene al suo interno l’intero mondo spirituale.”
Nel mondo materiale i nomi sono solo rappresentativi. Come Srila Prabhupada spiega: “Non si può sperimentare il sapore del mango limitandosi a ripetere: mango, mango, mango.” (Srimad-Bhagavatam 10.2.36, Spiegazione). Ma Krsna e i Suoi nomi sono identici e supremi da ogni punto di vista. Se rimaniamo all’interno della nostra comprensione materiale e continuiamo a pensare che Krsna e i Suoi nomi siano separati, non afferriamo il punto essenziale. Finché offendiamo i santi nomi pensando che siano suoni materiali, non possiamo ottenere l’amore per Dio, ma quando invochiamo con sincerità i nomi di Krsna, Egli viene a danzare sulla nostra lingua con tutte le Sue qualità trascendentali.
A causa della nostra contaminazione materiale, non riusciamo a percepire la presenza di Krsna nei Suoi nomi. Vita dopo vita abbiamo vagato nell’universo materiale in differenti tipi di corpo, sempre identificando il corpo con il sé e impegnati a soddisfare i nostri sensi insaziabili. Questa errata identificazione è come la polvere che copre uno specchio, nascondendo la nostra immagine. Abbiamo perso la nostra capacità di distinguere quello che siamo (minuscole scintille spirituali, eterne servitrici di Krsna) perché lo specchio della nostra intelligenza ha perso la sua integrità. I santi nomi di Krsna però sono così puri e potenti che tolgono via tutta questa polvere ingannevole. Quando i nostri desideri materiali diventano spirituali, non cercheremo più di servire la nostra mente e i nostri sensi, ma agiremo solo per il piacere di Krsna.
Questa trasformazione è possibile solo per la misericordia dei nomi di Krsna, che sono la medicina per la nostra malattia materiale. Rupa Gosvami descrive l’analogia di un paziente malato d’itterizia che sente amari tutti i sapori compreso lo zucchero. Per ironia i medicinali per l’itterizia sono lo zucchero candito e lo zucchero cristallizzato. All’inizio della cura lo zucchero candito ha un gusto amaro, ma il paziente recupera subito la capacità di gustare la sua naturale dolcezza. Questa dolcezza c’era, ma non poteva essere gustata a causa dell’itterizia. Similmente il santo nome è la più dolce tra tutte le cose perché è Krsna stesso, ma non riusciamo a percepirlo perché i desideri materiali contaminano la nostra coscienza. Dobbiamo perseverare nel canto e alla fine la nostra malattia materiale svanirà. Giunti al livello più elevato del canto puro (suddha-nama), continueremo a gustare senza interruzioni la nettarea dolcezza del santo nome.

Colui che Ha Dato il Dono più Grande

La misericordia senza causa di Sri Caitanya Mahaprabhu e dei Suoi puri devoti ci ha dato il dolcissimo e preziosissimo tesoro del santo nome. Insegnando il maha-mantra al brahmana, Sanatana Gosvami divenne colui che dà il dono più grande. Un Vaisnava non solo canta con purezza i santi nomi, ma condivide questo canto anche con gli altri. Prahlada Maharaja, per esempio, non si preoccupava della propria liberazione, ma era molto ansioso per la liberazione di innumerevoli anime condizionate. Perciò Srila Prabhupada afferma che la diffusione della coscienza di Krsna è la più elevata opera di beneficenza. Krsna è supremamente misericordioso, ma le Scritture ci dicono che il puro devoto che dà Krsna (o i Suoi nomi) lo è ancora di più.
Perciò dobbiamo accettare il canto dei nomi di Krsna con sincerità e serietà, umili e grati per questa inconcepibile misericordia. Dobbiamo porre a noi stessi quella stessa domanda che Sanatana Gosvami rivolse al brahmana: siamo pronti per la più grande benedizione? Se comprendiamo, quantomeno a livello intellettuale, che il maha-mantra Hare Krsna è la benedizione più grande, allora dobbiamo prenderlo con grande serietà. Se qualcuno ci desse oro o diamanti, li conserveremmo in un posto sicuro preoccupandoci che non vengano rubati o danneggiati. Eppure questi oggetti sono soltanto manifestazioni temporanee dell’energia materiale inferiore. I nomi di Krsna invece sono puri, eterni e pieni di una felicità illimitata. Essi costituiscono il dono più grande che il nostro maestro spirituale ci fa perché possiamo recuperare la nostra originale identità di eterni servitori di Krsna. Dovremmo ritenerli come il nostro bene più grande, difendendoli con cura da offese come la disattenzione.
Per essere sincero il canto, deve essere attento. Prabhupada ci ha raccomandato di tenere fissa la mente concentrandola sul suono di ogni nome del maha-mantra. Il canto sincero è come il pianto di un bambino per sua madre: genuino e insistente. Come un bambino indifeso, non abbiamo altro rifugio se non i piedi di loto di Krsna e della Sua energia interna, Hara (Radharani), e per questo il nostro canto diventa un’implorazione di essere accettati come servitori di Krsna.
Srila Prabhupada dice che “dovremmo semplicemente piangere e pregare che il Signore ci accetti”, come Caitanya Mahaprabhu ci ha insegnato con il suo esempio personale: “O Krsna, figlio di Nanda, in un modo o nell’altro sono caduto nell’oceano della nescienza e dell’ignoranza. Per favore salvami e ponimi come un atomo di polvere ai Tuoi piedi di loto.” (Siksastaka 5)

Il Veleno della Mondanità

Se non facciamo buon uso del semplice metodo dell’ascolto e del canto, siamo in una situazione peggiore della morte: abbiamo consapevolmente bevuto del veleno. Srila Narottama Dasa Thakura cantava: “O Signore, ho trascorso la mia vita inutilmente. Avendo ottenuto la forma umana non ho adorato Radha e Krsna perciò ho deliberatamente bevuto il veleno.”
La forma umana è fatta per elevarsi spiritualmente al di sopra delle tendenze animali del mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi. La nostra intelligenza è fatta per sviluppare la conoscenza spirituale in modo da impegnarci nel servizio devozionale per compiacere Krsna. Possiamo così liberarci dal ciclo apparentemente interminabile di nascita, morte, vecchiaia e malattia e stare personalmente con Krsna nella Sua dimora trascendentale. Non dobbiamo perdere l’opportunità che la forma umana ci offre, perché solo così abbiamo la capacità di ascoltare e cantare i nomi di Krsna.
L’harinama sankirtana è il più grande tesoro e siamo veramente sfortunati se non ne facciamo buon uso.
“Il tesoro dell’amore divino di Goloka Vrndavana,” canta Narottama “è disceso nella forma del canto collettivo dei santi nomi di Sri Hari [di Krsna]. Perché nel mio cuore non nasce mai l’attrazione per questo canto? Giorno e notte il mio cuore brucia nel fuoco del veleno della mondanità e non ho fatto niente per trovare un rimedio.”
Le parole di Narottama c’insegnano che dovremmo dolerci per la nostra mancanza di fede nei nomi di Krsna. Se non tremiamo in estasi al suono del nome del Signore, possiamo capire che i nostri cuori sono duri come pietre. Narottama dice che ciò è dovuto al “veleno delle attrazioni materiali”: i forti desideri della nostra mente e dei nostri sensi che c’impediscono di abbandonarci completamente al servizio di Krsna. L’antidoto per questo veleno è il canto costante. Se siamo sinceri, i nomi puri del Signore laveranno via la nostra mancanza di fede e le nostre offese, e allora finalmente potremo gustare la più grande benedizione come il nostro bene più prezioso.

Mohini Radha Devi Dasi, laureata alla Columbia University in Letteratura inglese, è una discepola di Sua Grazia Gopala Krsna Goswami e vive con suo marito Narada Rsi Dasa al tempio Hare Krsna di Juhu a Mumbai in India.



“Cosa c’è di sbagliato nel sesso” (Una Risposta)


La vera libertà non è essere liberi per fare sesso, ma liberarsi dal sesso.
di Caitanya Carana Dasa

Quando i media colpiscono i nostri occhi con immagini di corpi seminudi, i legislatori si oppongono con leggi che proibiscono l’oscenità e i media accusano il governo di voler controllare la moralità personale.
“Chi siete voi per limitare il nostro piacere sessuale?” protestano i libertini. “Che cosa c’è di sbagliato nel sesso?”
“La sessualità incontrollata,” dicono i conservatori, “degrada la società:”
Tutti hanno a cuore il diritto di godersi la vita e i libertini, per difendersi, fanno appello a questo diritto.
Ma non potrebbero così far fallire il vero scopo che dichiarano di voler proteggere? È possibile che le restrizioni morali sull’attività sessuale siano un sostegno anziché un impedimento al nostro diritto di godere la vita? Questa in realtà è l’audace e disarmante affermazione delle Scritture vediche: possiamo godere meglio la vita riscoprendo la nostra natura spirituale e questa riscoperta richiede il controllo dell’attività sessuale. Esaminiamo il punto di vista vedico sul rapporto tra sessualità, spiritualità e ricerca della felicità.

La Visione Vedica

Un veggente vedico ci direbbe che le radici dell’attuale confusione morale si trovano nell’ignoranza spirituale. Oggi alle persone dedite ai piaceri materiali viene lasciata la scelta dei propri obiettivi. Ignorando la realtà spirituale, l’uomo moderno non ha basi su cui costruire una moralità oggettiva. I venti tempestosi dei cambiamenti sociali scuotono e sconvolgono quelle regole morali che non hanno radici nella conoscenza spirituale.
Prima di immergerci in una frenetica lotta per il piacere, i testi vedici ci invitano a prenderci il tempo di chiederci: “Chi è questo “io” a cui cerchiamo di dare piacere?” Davanti a questo fondamentale problema d’identità, oggi la maggior parte delle persone possono solo sbattere le ciglia per lo stupore. Completamente all’opposto, i testi vedici affermano con chiarezza e sicurezza che non siamo prodotti della materia; siamo anime, esseri spirituali prigionieri di corpi materiali. La nostra vera casa è il mondo spirituale, dove siamo eternamente gioiosi in una personale relazione d’amore con il supremo essere spirituale, Krsna. Facendo cattivo uso del nostro libero arbitrio, ci rifiutiamo di amare e servire Krsna e veniamo posti in un mondo di materia, dove abitiamo in una serie di corpi materiali che accettiamo come il nostro sé. Solo in questo stato di amnesia spirituale possiamo perseguire la nostra ricerca della felicità materiale.
Quando attraversa un vetro rosso, un raggio di luce bianca ne esce rosso. Allo stesso modo quando il puro, disinteressato desiderio d’amore dell’anima per Krsna attraversa la copertura del corpo materiale, ne emerge come un degradato, ardente desiderio egoistico per i corpi del sesso opposto. Sotto la magia dell’illusione creata dall’accettazione del corpo come il sé, il nostro amore per Dio si deforma in desiderio lussurioso per la materia. La lussuria fa nascere in tutti gli esseri viventi un irresistibile impulso per il piacere sessuale e per le altre forme di piacere materiale.
Lo Srimad Bhagavatam (7.9.45) descrive la natura del piacere sessuale: “Il piacere che deriva dal sesso è insignificante come il sollievo che si ottiene quando ci grattiamo per il prurito. Il piacere sessuale non porta alla vera soddisfazione ma a molteplici sofferenze. Come una persona saggia tollera lo stimolo a grattarsi per un prurito, così dovremmo imparare a tollerare lo stimolo all’appagamento sessuale.” Sulla base di questo verso, possiamo notare tre caratteristiche inevitabili del piacere sessuale: è temporaneo, illusorio e fonte di sofferenza. Vediamo come:
Temporaneo: sebbene i media propagandino una felicità erotica senza limiti, il piacere sessuale è di una brevità sconvolgente. Come la capacità di una spugna di dare acqua, la capacità del corpo di provare piacere è limitata. All’inizio, quando la spugna è piena d’acqua, basta una piccola pressione perché l’acqua sgorghi fuori, ma quando la spugna è stata spremuta più volte, è difficile farne uscire anche poche gocce. Alla fine tutto ciò che resta è lo sforzo di spremere. Nello stesso modo l’atto sessuale comporta uno sforzo crescente e un piacere che diminuisce e alla fine si conclude con un completo esaurimento.
L’analogia della spugna si applica non solo all’atto sessuale, ma anche alla capacità sessuale di un’intera vita. Nella giovinezza il corpo offre il piacere sessuale con facilità, ma quando il corpo invecchia, il sesso richiede uno sforzo crescente e produce un piacere che diminuisce. Alla fine, con l’impotenza della vecchiaia il piacere si annulla.
Poiché il piacere sessuale è temporaneo, il Bhagavatam lo definisce insignificante.
Illusorio: come un’automobile e il suo autista, il corpo e l’anima hanno necessità distinte. Mettere carburante nella macchina non può alimentare l’autista; la gratificazione materiale non porta mai alla soddisfazione spirituale.
Allora perché sembra che il sesso dia così tanto piacere? L’analogia del Bhagavatam di grattarsi per un prurito ci dà la risposta. Grattarsi per il prurito sembra dare piacere, ma in realtà dà solo un sollievo temporaneo. Nello stesso modo il cosiddetto piacere sessuale non è nient’altro che un sollievo temporaneo dall’agitazione sessuale.
Causa di sofferenza: come grattarsi peggiora e prolunga il prurito, così il piacere sessuale aumenta e prolunga la nostra sofferenza nell’esistenza materiale. Il sesso perpetua la nostra errata identificazione con il corpo, obbligandoci in questo modo a subire le inevitabili sofferenze fisiche, sociali e ambientali dell’esistenza materiale. Inoltre, più pensiamo di essere il corpo più soffriamo quando il nostro corpo è colpito dalla natura con il doloroso viaggio attraverso la malattia, la vecchiaia avanzata e la morte.
Il sesso, specialmente quello illecito, porta a complicazioni come l’aborto, le ragazze madri, le rotture matrimoniali e le violenze sessuali. Il sesso illecito ci espone inoltre al pericolo di malattie trasmesse per via sessuale quali l’AIDS, che minaccia di eliminare una parte rilevante della popolazione umana.
Questo non è tutto, perché la mancanza di soddisfazione spirituale perseguita tutte le anime del mondo materiale provocando un’insoddisfazione cronica. La falsa convinzione che questa insoddisfazione derivi da un’insufficiente gratificazione dei sensi è il veleno dell’anima e la causa del suo inutile sforzo per la felicità.


La Scienza del Sesso

Attraverso questo sbocco filosofico, vediamo come la cultura vedica salva l’anima. L’ordine sociale vedico aiuta ogni anima in un corpo umano a ritornare al suo primitivo stato originale. A questo scopo, l’educazione vedica oltre ad insegnare abilità commerciali, tecniche e fisiche, è finalizzata a trasmettere una profonda comprensione filosofica della nostra intima identità spirituale. Questa educazione protegge gli studenti dal diventare vittime di passioni sessuali che incatenano e rendono ciechi.
Il sesso è un impulso fisico fondamentale che sfocia naturalmente nella procreazione. La scienza vedica, che è molto più sottile e sofisticata dell’odierna scienza basata sulla materia, indica che la coscienza dell’uomo e della donna al momento dell’unione determina il tipo di anima che entra nel grembo della madre per mezzo del seme del padre.
Con questa conoscenza una coppia di sposi compie l’atto sessuale come un servizio sacro per la famiglia, la società e Dio. Essi accettano la pesante responsabilità di portare nel mondo un’anima che crescerà per diventare un cittadino esemplare, disinteressato e dotato di principi, che potrà portare un immenso beneficio al mondo. Questa unione santificata è un’espressione del divino. Nella Bhagavad-gita (7.11) Sri Krsna dice, dharma-viruddho bhutesu kamo ’smi: “Sono l’unione sessuale che non è contraria ai principi della religione.”
Oggi tutto questo può apparire impraticabile, perfino innaturale, perché siamo soggetti ad un attacco dei media saturo di sessualità velata o evidente. Il fine naturale del sesso è la procreazione. Con la contraccezione e l’aborto gli esseri umani separano in modo innaturale l’accoppiamento dalla procreazione. Le loro menti sono piene di sogni e progetti di quel piacere sessuale da cui derivano i problemi già presentati, che sono la conseguenza della licenziosità sessuale. Perciò i testi vedici ci ricordano che la vera libertà non significa essere liberi per fare sesso bensì essere liberi dal sesso. Consapevoli delle complicazioni e delle sofferenze che derivano dalla pratica sessuale, alcune persone si dedicano al celibato per tutta la vita. Tuttavia la maggior parte delle persone non vuole o non è in grado di scegliere questo percorso, perciò le Scritture vediche indicano nel matrimonio la via per regolare l’impulso sessuale in modo religioso.


Protetti dal Matrimonio

Quando le coppie dotate di conoscenza filosofica si sposano, si rendono subito conto, grazie alle discipline spirituali che seguono, della futilità del piacere fisico. Allora basano il loro rapporto sulla reciproca assistenza nel viaggio di ritorno a Krsna. Srila Prabhupada scrive: “Il matrimonio è fatto per regolare la mente umana affinché essa divenga serena e permetta così di avanzare spiritualmente.” Quindi nella cultura vedica lo scopo principale del matrimonio non è il piacere fisico, ma la purificazione spirituale. Perciò anche nel matrimonio il sesso viene limitato.
Le regole per l’attività sessuale non hanno lo scopo di privare le persone del piacere e obbligarle a vivere una tormentata vita di abnegazione. Esse costituiscono invece un trampolino che aiuta a catapultare l’anima sulla piattaforma trascendentale affinché ottenga una felicità spirituale senza limiti, un diritto costituzionale dell’anima. La posizione vedica è che questo piacere materiale inchioda la coscienza dell’anima al corpo e, mentre ci offre solo una goccia di piacere, ci priva dell’ oceanica felicità spirituale che ci spetta. Perciò l’assenza di restrizioni, la non restrizione, priva l’anima della felicità.
La continenza è un valore universale prescritto non solo dalle Scritture vediche, ma anche da quelle di tutte le grandi religioni. È un prerequisito per proteggerci dal coinvolgimento materiale e creare la base per elevare la nostra coscienza al livello spirituale.


La Storia della Degradazione

Lo scopo della cultura vedica, come di altre culture religiose tradizionali, è quello di risvegliare il nostro amore per Dio ora dormiente e ottenere così una felicità eterna. Nel corso dei secoli, con il graduale declino della spiritualità, questo scopo è stato oscurato e dimenticato. Una volta le persone per rispetto alla tradizione sociale e religiosa seguivano regole di autocontrollo, ma con il diffondersi della scienza occidentale e del suo riduzionismo, le persone hanno cominciato a considerare inutili queste regole.
Forti della loro superiorità sociale e fisica, gli uomini hanno cominciato a sfruttare le donne come macchine per il sesso. Offese dallo sciovinismo degli uomini, le donne hanno ricambiato usando il loro fascino femminile per sedurre gli uomini ed usarli come macchine da cui prendere continuamente denaro.
I divorzi e le relazioni sessuali prematrimoniali ed extraconiugali sono diventati sempre più normali – tutto per la ricerca del piacere. Incursioni occasionali nella promiscuità sono degenerate in un’avventate ricerca di relazioni il cui unico scopo è il piacere. Si è diffusa ogni sorta di perversione sessuale.
Coperto da tutta questa frenetica ricerca del piacere c’è lo struggente desiderio di riavere la nostra relazione originale con Krsna. Il sesso è la principale distrazione che devia la nostra ricerca di felicità dal piano spirituale a quello dei corpi. Quanto più cerchiamo la felicità nel sesso, in qualsiasi forma, tanto più ci priviamo della vera felicità, mentre strati di oblio sempre più spessi avvolgono l’anima spirituale.


La Nostra Scelta

Una speranza però c’é. Se i dilemmi sulla moralità sessuale riescono a spingere le persone intelligenti ad esaminare le basi spirituali dei loro principi morali tradizionali, esse possono scoprire la ricchezza perduta del loro cuore, il loro dimenticato Signore, Sri Krsna.
Krsna ci aspetta sempre. Suonando il Suo flauto c’invita a tornare alla gioia sublime di un amore senza fine nella Sua dimora eterna – la nostra casa originale, il mondo spirituale. Nell’attuale buia era di Kali ci ha aiutato a dirigere di nuovo verso di Lui le nostre coscienze deviate rivelando Se Stesso nei Suoi santi nomi, in particolare nel maha-mantra Hare Krsna. Quando i nostri cuori sono riuniti con Krsna attraverso il mezzo sublime del suono divino, ogni piacere materiale diventa disprezzabile.
Gli insegnamenti vedici possono aiutarci a renderci conto dell’attuale degradazione sociale mettendoci in grado di confrontarci con essa e di contrastarla. Permetteremo all’attuale ondata di degradazione di spazzarci via nell’oceano del peccato e della sofferenza? O ci uniremo ad un equipaggio di coraggiosi marinai spirituali che dirigono il robusto vascello della sincera spiritualità verso le sicure spiagge dell’immortalità e della felicità? La scelta è nostra.

Caitanya Carana Dasa è un discepolo di Sua Santità Radhanatha Swami. È laureato in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni e fa servizio a tempo pieno al tempio di Pune. La sua rivista di cibernetica gratuita, Lo Scienziato Spirituale, dà una presentazione scientifica della coscienza di Krsna.



Tornare a Casa nella Libertà

Un ragazzo di dieci anni chiede: “Ci riconoscerà
Krsna quando torneremo da Lui?”
di Vraja Vihari Dasa


“Oh, queste corde dei desideri sono strane davvero! Una persona, strettamente legata da loro, corre dappertutto cercando la felicità, ma quella che se n’è liberata rimane tranquilla in un posto.” – Niti-sastra

COME SI FA A TORNARE a casa da Krsna?” chiese Kiran di dieci anni alla riunione settimanale per i ragazzi della nostra congregazione.
Gli risposi parlando di Goloka Vrndavana, la nostra vera casa, dove desideriamo andare dopo la nostra permanenza in questo mondo.
“Nel mondo spirituale di Goloka non ci sono esami scolastici e compiti a casa,” dissi ai ragazzi. “È tutto divertimento, giorno e notte – senza mai smettere di giocare!”
“ Viva!” rispose Kiran.
“Ma,” chiese ancora, “poiché siamo stati via per così tanto tempo, Krsna ci riconoscerà quando torneremo?”
“Naturalmente,” dissi. “Egli è il nostro padre amoroso, che ci aspetta desiderando che il Suo figlio perduto torni a casa.”
“Ma siamo così tanti. Se non torniamo, Se ne accorgerà?”
“Sì. Perché ogni anima è cara a Krsna. Egli ti abbraccerà e piangerà di gioia quando tornerai a casa.”
Le domande e le risposte continuarono per un’ora.
Più tardi quella sera la nazione celebrava la storica riunione del signor Karamjit Singh con la sua famiglia. I flash delle macchine fotografiche erano diretti sui raggianti componenti della famiglia, mentre altri parenti si affrettavano ad unirsi all’evento carico di emozioni nella casa di Singh. I vicini si unirono ai festeggiamenti mentre figli, figlie e nonni si abbracciavano e versavano lacrime di gioia.
Una sera dell’inverno del 1973, Karamjit Singh, un giovane cittadino indiano, attraversò di nascosto il confine con il Pakistan nella speranza di potervi guadagnare un po’ più di denaro. Le guardie pakistane piombarono addosso a Singh, che non se l’aspettava, e subito lo accusarono di spionaggio. Egli languì per i successivi trentacinque anni nelle prigioni pakistane di una città dopo l’altra, sottoposto a inimmaginabili torture per mano di coloro che l’avevano rapito. Per calmare le autorità pakistane nella speranza di ottenere un giudizio rapido e favorevole, egli provò perfino a diventare musulmano. Grazie all’intervento diplomatico del governo indiano alla fine fu rilasciato dopo trentacinque anni.
Mentre condividiamo la sofferenza e la gioia del signor Singh, possiamo anche fare un confronto tra il suo caso e la nostra situazione nella prigione del mondo materiale. Ogni essere vivente è parte integrante della famiglia di Dio nel mondo spirituale, dove nella nostra posizione costituzionale di dar piacere al Signore Supremo, sperimentiamo una libertà senza limiti e una felicità senza fine. Quando ci introduciamo nel mondo materiale per un po’ di piacere extra – l’occasione di essere un goditore ­– l’energia illusoria del Signore, maya, ci piomba subito addosso.
Un residente del Punjab, il signor Singh, soffriva per la mancanza della sua casa e del suo villaggio. Mentre veniva trasferito da Lahore a Karachi e a Islamabad, in ogni prigione la sua condizione era sempre la stessa, un’intensa sofferenza fisica e mentale durante atroci interrogatori. Le sue ripetute dichiarazioni d’innocenza non venivano ascoltate.
Anche noi come residenti del mondo spirituale siamo naturalmente lontani da casa. Come anime spirituali siamo servitori di Dio. Quando serviamo Dio, Krsna, nel mondo spirituale gustiamo la felicità di una completa libertà, ma quando esercitiamo il nostro libero arbitrio nel tentativo di essere padroni nel mondo materiale temporaneo e godere indipendentemente da Krsna, veniamo imprigionati in corpi materiali. Allora vaghiamo per tutto l’universo, prendendo milioni di corpi dalla forma di piante, di animali e di uomini. Nel corpo umano però, noi anime intrappolate abbiamo la benedizione di poterci liberare dalle catene delle nascite e delle morti ripetute.
Sfortunatamente la maggior parte degli uomini usano le loro sviluppate facoltà mentali solo per accrescere le comodità fisiche assicurandosi così una prolungata prigionia in questo mondo. Nonostante tutti i tentativi di spremere felicità da corpi destinati a perire, l’anima ­– prigioniera nel corpo materiale – sperimenta solo una costante frustrazione e un profondo senso di vuoto.
Nella Bhagavad-gita (15.7) Sri Krsna dice,

mamaivamso jiva-loke
jiva-bhutah sanatanah
manah-sasthanindriyani
prakrti-sthani karsati

“Gli esseri viventi in questo mondo di condizioni sono Miei frammenti eterni, ma essendo condizionati lottano duramente con i sei sensi, tra cui la mente.” Nel commento a questo verso Srila Prabhupada rivela la ragione per cui l’essere vivente lotta in questo mondo:
Ogni essere è un’anima distinta, provvista d’individualità e di una minima parte d’indipendenza. Se l’essere fa cattivo uso di questa indipendenza cade nello stato condizionato, se ne fa buon uso rimane sempre allo stato liberato… allo stato condizionato è dominato invece dalle tre influenze della natura materiale e dimentica il servizio di devozione al Signore. Deve allora lottare duramente, anche solo per mantenere la propria vita nel mondo materiale.


Sistemazioni da Carcerato

Le autorità della prigione inflissero al signor Singh molte sofferenze, che andavano dallo spaccare le pietre e pulire i gabinetti pubblici, alle torture mentali per estorcergli confessioni conformi ai loro interessi. Nella prigione del mondo materiale affrontiamo le sofferenze della nascita, della morte, della vecchiaia e delle malattie, e i problemi dovuti alla natura, agli esseri viventi, al nostro corpo e alla nostra mente. Nella prigione del mondo materiale facciamo disperati accomodamenti per dimenticare gli immancabili tormenti ad opera dell’energia materiale. La conversione di Karamjit Singh alla religione islamica fu il suo disperato tentativo di compiacere i suoi rapitori. Questo gli salvò la vita, ma non gli dette la libertà. Nello stesso modo l’essere vivente assume diverse designazioni e si procura averi per essere felice in questo mondo. Ci identifichiamo con le nostre designazioni esterne: Indiani, Americani, ricchi, belli e così via. Nonostante il cambiamento esterno della sua fede religiosa il signor Singh non era felice. Nello stesso modo l’essere vivente si sente incompleto nonostante i molti arrangiamenti che riguardano il corpo.
Un pesce fuori dall’acqua non può essere soddisfatto dal migliore degli iPod, da dolci succulenti o abiti firmati. Egli desidera disperatamente di tornare nell’acqua. Similmente relazioni stimolanti, film attraenti e carriere promettenti possono attrarre l’essere vivente intrappolato nel corpo umano, ma il cuore desidera sempre più di quello che il corpo può offrire. L’ “acqua” dell’essere vivente è il mondo spirituale, dove egli offre al suo amato Sri Krsna un servizio ininterrotto. Questo servizio d’amore a Krsna e ai Suoi devoti è la posizione di libertà più naturale per l’anima.
Srila Prabhupada scrive: “Quando l’anima lascia il corpo materiale per entrare nel mondo spirituale, ravviva il suo corpo spirituale col quale può vedere a tu per tu Dio, la Persona Suprema, può ascoltarLo, parlarGli direttamente e conoscerLo così com’è.” (Bhagavad-gita 15.7, Spiegazione)

Libertà dentro la Prigione

Karamjit Singh era allettato da false speranze di libertà. Quando era solo piangeva ricordando la sua amorosa famiglia e i suoi amici e continuava a sperare nella libertà al di là di ogni speranza. Trovò sollievo e felicità solo tornando a casa.
Un devoto che pratica la coscienza di Krsna non ha però bisogno di aspettare di tornare nel mondo spirituale per ottenere libertà e sollievo dalla sofferenza. Anche in questo mondo ricordare Krsna con il canto quotidiano dei Suoi santi nomi ci fa sperimentare il mondo spirituale e la libertà che ne deriva. La gioia di questo percorso spirituale trascende la sofferenza e la felicità del corpo.
Ripensando a questo traumatico periodo della sua vita Karamjit Singh era molto felice di esserne fuori.
“Desidero dimenticare tutta questa storia come se fosse stato un brutto sogno.”
Il nostro incubo in questo mondo finisce quando ci colleghiamo a Krsna e ai Suoi devoti. Un devoto rimpiange la decisione di aver lasciato Krsna. Tuttavia è felice di essersi ricollegato e con gratitudine si aggrappa al metodo della coscienza di Krsna stando con i Suoi devoti. Le pratiche del canto dei nomi di Krsna, del danzare gioiosamente, dell’ascoltare i divertimenti di Krsna e del festeggiare il prasadam di Krsna creano Goloka Vrndavana anche nella fortezza del mondo materiale.

Krsna ci Aspetta

Quando la domenica seguente incontrai i bambini della nostra congregazione, raccontai loro la storia di Singh. Kiran fu pronto a notarne la somiglianza.
“Per noi però non si tratta solo di trentacinque anni,” disse “siamo stati via per moltissimo tempo. È tempo di tornare a casa. Krsna ci aspetta, non è vero?”
Certamente sì. Krsna aspetta tutti noi.

Vraja Vihari Dasa, dottore in economia e commercio, fa servizio a tempo pieno nel tempio di Mumbai e insegna la coscienza di Krsna agli studenti di vari college.



Libro Di Meditazione Su Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta
Swami Prabhupada fondatore-acarya dell’associazione internazionale per la coscienza di Krishna.

È con immensa gioia che la Bhaktivedanta Book Trust presenta a tutti i devoti un libro di meditazione su Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Si tratta di una selezione di immagini storiche, molte delle quali inedite, presentate per la prima volta in un’edizione d’arte di grande formato.
È un’opportunità per consentire a tutti di avvicinarsi a Srila Prabhupada e sviluppare un sentimento di amore e devozione.

Caratteristiche dell’opera:

Grande formato: 39,5 x 31,5 cm.
Copertina e cofanetto in seta.
192 pagine su carta avorio.
178 fotografie restaurate a colori e in bianco e nero, che mostrano momenti storici e indimenticabili di Srila Prabhupada con i devoti e la sua predica in tutto il mondo.

Il libro è disponibile presso:
BBT Italia srl, strada Bonazza, 11
50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)
telefono: 0558076414
fax: 0558076630
mail: nimaipandit@bbtitalia.com

Vi preghiamo di non perdere questa opportunità unica di avere il darsana di Srila Prabhupada, mitigando in questo modo la tristezza della separazione da lui, nel trentesimo anniversario della sua scomparsa.